In un tweet del Pd di pochi giorni fa, era stata chiarita la strategia: “Noi abbiamo lottato per l’Europa, non per l’Italia…” e questa è storia.
La vittoria, dunque, è andata ancora una volta all’Europa, ma non all’Europa dei popoli, all’Europa della Cultura, all’Europa della grande Storia politica, sociale, antropologica, che fin dall’antichità ha illuminato la via dello sviluppo umano mondiale. No! È l’Europa neoliberale della finanza che ha continuato imperterrita a mietere vittime illustri, è questa l’Europa che ha vinto per l’ennesima volta.
I governi fantoccio che in questi ultimi anni si sono susseguiti imperterriti, a dispetto di qualsiasi regola legislativa, nonostante le decisioni costituzionali, hanno mantenuto pedissequamente il ruolino di marcia dettato dalla Troika europea. Gli agnelli sacrificali ufficiali sono stati Monti, Letta, Renzi, pseudo fantocci teleguidati da poteri sovranazionali, ma il vero sacrificato è stato il popolo italiano che ha dovuto e dovrà sopportare decisioni prese al di sopra delle loro teste, minando fin nelle fondamenta la propria vita individuale e sociale. I cavalli di troia sono stati il debito pubblico e la domanda interna. Il primo è la spada di Damocle che pende sopra le nostre teste: è talmente illusoria che alla fine ci è sembrata reale. Con la seconda ci hanno reso letteralmente instabili e più poveri: poco lavoro sottopagato e precario, delocalizzazione delle aziende e privatizzazione dei gioielli di famiglia.
Negli ultimi cinque anni è stato approvato il fiscal compact, che ci ha fatto conoscere (almeno ai più attenti) il pareggio di bilancio, un istituto di diritto privato che è entrato a gamba tesa addirittura nella Costituzione, come se uno Stato fosse (ed in realtà lo è diventato) una società per azione: prerogativa di uno Stato sovrano è, per stessa definizione, la spesa a deficit, cioè mettere in circolazione liquidità che favorisca la crescita sociale e il risparmio privato (due punti fondamentali della nostra Costituzione, oggi purtroppo eliminati nella realtà dei fatti dalla governance dei poteri forti bancari che ci governano). Significa dover chiedere prestiti per fare strade, ospedali, ecc. La solita storia: la spesa pubblica è nociva, meglio che ci metta mano un privato ed il welfare costruito anche sulla vita di tanti partigiani e non, finisce in un batter d’occhio nello scarico del lavandino. È stato approvato il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) con cui si è consentita la totale estromissione delle forze democratiche e della popolazione in generale, nelle decisioni importanti del Pese. Siamo diventati un condominio in cui l’esecutivo è il capo condomino che si preoccupa di aggiustare la grondaia o di rifare l’intonaco, cercando anche di assorbire le critiche dei condòmini più facinorosi. Ci hanno rifilato le clausole di salvaguardia, con cui ci si rende estremamente difficile anche una eventuale decisione di uscita dal sistema. Insomma, dal 2012 abbiamo perso l’Italia così come l’avevano disegnata i padri costituenti: un popolo, innanzitutto, che è stato capace di uscire dalla sconfitta di una guerra tremenda, di governarsi e prosperare per decenni e che nel giro di pochi, miseri anni, si ritrova a dover soccombere, incapace di ribellarsi, ma anche totalmente impotente nel poterlo fare, per una perfida rete che gli è stata avvolta attorno nella più grave inconsapevolezza (nel migliore dei casi) sia del popolo stesso, che dei governanti.
Allora, a futura memoria, cominciamo a prenderci le nostre responsabilità e cominciamo ad agire, perché questa legislazione neoliberista vige e continua a nuocere.
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