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Giu 24, 2023 | Notizie | 0 commenti

Tempo di lettura: 8 minuti

BASTA CON LE LISTE DI ATTESA SENZA FINE

LISTE DI ATTESA NELLA SANITA’ 

Tra liste di attesa e disuguaglianze la situazione della sanità è in codice rosso. Richiedere una prestazione sanitaria, fare un esame o una visita specialistica nel nostro Paese è sempre un’impresa titanica. 

I tempi lunghissimi delle liste di attesa nella sanità per le cure ordinarie e gli screening rappresentano,  da qualche decennio, il tallone fragile del nostro Servizio Sanitario nazionale. Tali attese  oggi rappresentano una ferita bruciante al diritto e tutela della salute.

RITARDI NELLE VISITE

I dati sono impressionanti: più di 375 giorni per una ecografia, 300 giorni per una visita dermatologica o oculistica, per non parlare dei tempi biblici che occorrono per  prestazioni più complesse come una risonanza magnetica. 

Ritardi che investono anche le priorità negli ospedali perché non ci sono posti disponibili e questo sappiamo bene cosa voglia dire per chi soffre di malattie cardiologiche e oncologiche.

Una criticità percepita dalle persone a tal punto che i dati sulla rinuncia alle cure sono altrettanto preoccupanti. 

DISUGUAGLIANZE 

Disuguaglianze in aumento e fuga verso il privato, per chi può permetterselo, ma anche maggiore spesa per tante famiglie che a “piedi”, percorrono chilometri verso i santuari di una Sanità pubblica che offre ancora soccorso.

Da un monitoraggio del Ministero della Salute sugli adempimenti ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) si riscontrano le enormi disuguaglianze regionali in Italia. In particolare esiste la “questione meridionale sanitaria”.

Un punto di non ritorno per il Servizio Sanitario le cui cause sono da ricercare nei tagli della spesa alla Sanità in questi ultimi 10 anni ma anche a una svendita dei servizi che, per motivi organizzativi e di governance, non ha centrato quel l’obiettivo di concorrenza reale con un privato molto attrezzato e per certi versi sostenuto.

CAMBIO DI ROTTA NECESSARIO.

Alla luce dei dati è evidente ed  è necessario un immediato cambio di rotta, ponendo l’utente davvero al centro dell’improrogabile nuovo Servizio Sanitario Nazionale.

Fabio Riccio 

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