Analisi art. 15 che modifica l’art. 75 della Costituzione
Con l’art. 15 del decreto Renzi – Boschi si modifica l’art. 75 della nostra Costituzione. Trattasi di uno degli articoli più confusi e scritti in malo modo tanto da non essere compreso. Questo articolo riguarda il referendum che non è ammesso per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Nell’art. 75 in vigore sono sufficienti per indirlo 500.000 firme o 5 consigli regionali e la proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. La modifica si interpreta a fatica e si comprende a stento che si mantengono le 500.000 o 5 consigli regionali per indire il referendum e la proposta è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. Se le firme raccolte sono invece 800.000 vale per l’approvazione la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei deputati, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
Un articolo contorto, sgrammaticato e di difficilissima interpretazione che non si allinea con lo spirito dei nostri costituenti ossia di rendere la carta costituzionale accessibile a tutti.
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