Lug 9, 2016 | Notizie | 0 commenti

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ANAI – LA SOLA LEGALITÀ NON BASTA

Anai – La sola legalità non basta

 

Il grande giurista, Natalino Irti, sul Corriere della Sera affronta il tema dell’antitesi fra legalità e giustizia, fra norme dettate dall’autorità pubblica e principi parlanti dell’intimità della coscienza.

Il principio di legalità è accompagnato dal conflitto, dall’urto continuo con altre potenze, destinate a vincere o a soccombere. La legalità – cioè l’ordine giuridico di uno Stato – è sempre vigilante e armata, poiché sa che vive in assiduo conflitto, ed ogni giorno è chiamata a difendersi e ad imporsi. Sono questi i fattori che ne garantiscono la tutela.

La legalità non sta a sé, ma presuppone ed esige l’ethos della convivenza, o ciò che in altri tempi, e con dischiusa sincerità, era chiamato il senso dello Stato. Non si osservano le leggi perché sono leggi, ossia comandi rivolti da uomini ad altri uomini, ma perché sono espressione di uno Stato, dell’unità storico-politica, in cui ci è dato di vivere. È quasi banale avvertire che si osservano le leggi per convivere, e non si convive per osservare le leggi,

le quali sono soltanto duri strumenti e mezzi spesso dolorosi.

La caduta di senso dello Stato, appunto di questa umana necessità di «stare» insieme, riduce e infiacchisce il principio di legalità, che, lasciato da solo e privo di appoggi storico-politici, porge all’individuo l’unico e crudele volto del comando e della forza coercitiva.

L’altro fattore, ma secondario rispetto all’ethos della convivenza, è la razionale stabilità delle leggi. La legalità ha bisogno di «durata»: norme mutevoli, incerte, oscure, precarie, non suscitano né fiducia né paura nei destinatari. Le leggi, come terreno saldo e sicuro su cui si svolge la convivenza, o durano nel tempo, o, dissolvendosi nell’occasionalità par­lamentare, perdono qualsiasi autorità di comando. Una legalità, sottoposta a continui mutamenti e revisioni, e dunque mutevole nel suo contenuto imperativo, non può stabilire alcun vincolo di fiducia e di lealtà civica. È merce tra le merci di consumo. L’ossessiva volontà di riforma, e l’«accelerazione» delle procedure parlamentari, lasciano talvolta l’immagine di una macchina, che funzioni senza sosta e senza meta, capace di «lavorare» qualsiasi materiale, e pronta a piegarsi al padrone di turno. Questa macchina può produrre leggi, ma non generare né rinsaldare legalità.

 

 

Maurizio de Tilla

(Presidente A.N.A.I.)

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