Ago 9, 2011 | Notizie | 0 commenti

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Addio a Maurizio Marini, grande civicratico

maurizio mariniIl mondo della critica d’arte ha perso un romantico cavaliere, sempre pronto a salire in sella per partire alla ricerca del suo Graal. E’ scomparso a Roma, per una grave malattia, Maurizio Marini, docente emerito  di Storia dell’ arte alla “Sapienza”, studioso formatosi con maestri come Maurizio Fagiolo dell’ Arco e Paolo Portoghesi, tra i massimi specialisti mondiali del Caravaggio e, più in generale, della pittura europea del Seicento. Nato a Roma nel 1942, Marini per il genio lombardo aveva una vera passione:  che l’aveva portato, sin da giovane ricercatore universitario, a battere le campagne romane, segugio dell’arte alla ricerca anche delle più minime tracce del passaggio del Merisi in fuga da Roma dopo quel tragico duello del 1606. Collaboratore di “Repubblica”, “Il Tempo”, RAI 3, Maurizio, con partner di rilievo internazionale (come il celebre Sir Denis Mahon, consulente artistico di Buckingham Palace, scomparso anche lui quest’anno) aveva organizzato mostre su momenti essenziali della storia dell’arte, dai caravaggeschi alla Roma Barocca, da Mattia Preti a Jannis Kounellis, pubblicando inoltre decine di monografie e centinaia di saggi su riviste specializzate. E conosceva bene  il mercato dell’arte:  presiedendo, tra l’altro, il “Fondo Dyonisos”, importante raccolta di opere d’arte con sede in Lussemburgo. Chi scrive ha perso un  amico
fraterno, uomo di antica cortesia : che spesso andavo a trovare nel pittoresco caos del suo studio vicino Piazza Navona, singolare “palude”  di libri che t’assediavano da ogni parte. Con lui, avevamo presentato “LA SVOLTA”, di Giuseppe Fortunato, l’essenziale libro programmatico del Laboratorio Privacy Sviluppo, nel dicembre 2009 alla Fiera della piccola e media editoria al Palazzo dei Congressi dell’ EUR e nell’aprile 2010 alla Società “Dante Alighieri”. Libro di cui Maurizio (che aveva fatto anche studi di psicologia), “pessimista ragionevole” ( in senso anche gramsciano)  sul destino dell’uomo, apprezzava specialmente il grande invito a non delegare mai agli altri la gestione della nostra vita. Facendo anche arditi riferimenti e paralleli, coi “due Michelangeli” (Buonarroti e Merisi) e coi grandi movimenti artistici del Novecento, dal futurismo alla Pop-art.     
FABRIZIO FEDERICI

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