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CIVICRAZIA INTERVISTA GIAN MARIO SPACCA

A 18 anni dallo scoppio di Tangentopoli, la credibilità della politica è a livelli minimi perché riemergono gli stessi problemi.

Civicrazia, con le oltre 4000 associazioni che ne fanno parte, ha esposto a tal proposito delle richieste chiare: la garanzia scrupolosa di nomine pubbliche trasparenti, valorizzando le attività di partecipazione e controllo dei Cittadini, e l’applicazione del Codice deontologico del pubblico amministratore. Richieste che si fanno ancora più urgenti mentre la cronaca politica è monopolizzata da episodi di malaffare.

Ha inoltre chiesto un confronto diretto ai candidati governatori alle prossime elezioni regionali affinché prendano seri impegni in favore delle richieste dei cittadini e li ha intervistati su questioni quali la necessità di nomine pubbliche trasparenti con obbligo di comparazione, meritocrazia, codice deontologico del pubblico amministratore.

Ecco l’intervista a Gian Mario Spacca:

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Lei condivide la necessità di una garanzia scrupolosa di nomine pubbliche senza lottizzazioni, trasparenti, in base a criteri di merito e competenza, con possibilità per ogni cittadino di presentare memorie sulle candidature e con obbligo di approfondita motivazione comparativa?

“Salvaguardare ed elevare la qualità della vita dei marchigiani in tutti i suoi aspetti significa anche dare ai cittadini una amministrazione amica che crei le condizioni affinchè tutte le forze vitali del territorio possano esercitare appieno e senza vincoli impropri il loro ruolo nella crescita sociale ed economica. Non posso quindi che condividere la necessità di trasparenza nelle nomine pubbliche. Soltanto con amministratori pubblici selezionati in base criteri della competenza e del merito è infatti possibile ottenere buoni risultati e proprio per questo noi oggi vantiamo una regione che ha compiuto notevoli passi avanti. Vogliamo continuare su questa strada e per questo il metodo della scelta dei dirigenti e dei primari attraverso selezioni meritocratiche viene confermato nero su bianco anche nel programma elettorale della coalizione di centro-sinistra per le prossime consultazioni regionali”.

È d’accordo con la necessità di un Codice deontologico del pubblico amministratore improntato a valori e procedure che diventino il “modus operandi” quotidiano della pubblica amministrazione e di ogni pubblico potere?

“Un Codice deontologico di valori dovrebbe già essere insito nell’animo  di chi viene chiamato a svolgere funzioni di pubblico amministratore visto che il suo scopo  dovrebbe essere sempre quello di agire per il bene della comunità rafforzando la coesione sociale. Non si tratta di uno slogan, ma della via maestra che offre dignità alle nostra attività quotidiana e la riconduce ai valori e dunque, ad una vera prospettiva etica. La politica è la dimensione dove si affrontano i problemi che si frappongono allo sviluppo della persona e della comunità. Riconosciamo che questo è il punto più sensibile che ci prospetta la cosiddetta “questione morale”: il grado di coerenza tra i valori e il concreto agire politico.  E’ qui che si annida la crisi più profonda; è qui che nascono i problemi, le deviazioni e le illegalità. Niente può impedire comportamenti scorretti o devianti se manca l’unità, la coesione, quel riconoscersi dentro un’anima dove i comportamenti positivi vengono sostenuti e quelli negativi rigettati.
Al di là di questa considerazione comunque pensare ad un insieme di linee guida relative alle procedure della pubblica amministrazione ispirate  alle “buone prassi” che razionalizzino percorsi troppo lunghi ed eliminino lungaggini e difficoltà burocratiche sarebbe sicuramente positivo: abbreviare i tempi tra il dire e il fare in questa legislatura è stato il nostro motto. I risultati oggi sono una maggiore efficienza e  un notevole risparmio. Basti pensare che nel 2004 la pubblica amministrazione marchigiana costava 105 euro a cittadino e oggi 90 e stiamo lavorando per migliorare questa performance”.

Cosa pensa della valorizzazione del ruolo delle associazioni e l’accoglimento delle loro giuste richieste a tutela del Cittadino in un dialogo costante?

“La partecipazione e la condivisione progettuale della governance regionale sono i cardini del nostro progetto per le Marche, una regione al plurale sin dal suo nome. Potremo raggiungere i nostri obiettivi di crescita economica, di sicurezza sociale, di tutela dell’ambiente, di semplificazione amministrativa  solo attraverso una Regione sempre più capace di confrontarsi sul territorio con le forze sociali ed economiche e con il sistema delle autonomie, governando la realtà policentrica della nostra comunità senza sovrapporsi o sostituirsi ad essa”.

Fino a che punto malasanità, trasporti inefficienti, sporcizia, degrado ambientale, agricoltura nel caos, disoccupazione, turismo allo sbando, sono il frutto di gestioni clientelari?

“La storia del nostro Paese, purtroppo, ci insegna che esiste una correlazione tra gestioni clientelari e fattori di mala gestione della cosa pubblica. Questo in linea generale. Da parte nostra le Marche non conoscono una situazione di questo tipo. Lo dimostrano numerose e autorevoli statistiche e classifiche. Il rapporto Stiglitz che misura il Bil (benessere interno lordo) pubblicato dal Sole 24 Ore per esempio,  afferma che anche in questo periodo di crisi, il benessere e la qualità della vita nella nostra regione continuano a crescere, a testimonianza della grande capacità di resistenza e di reazione della comunità marchigiana: tutte le nostre cinque province entrano nelle prime 10 posizioni, con un valore di 160 punti rispetto alla media nazionale di 100, in una classifica redatta con un rigoroso metodo scientifico internazionale, che pone in relazione economia, sanità, ambiente, diritti civili, rapporti sociali e sicurezza. Le Marche sono anche prime per l’incremento del Pil negli ultimi dieci anni, in tema di sanità hanno i conti in ordine,  sono quarte nella classifica del Ministero della PA di Brunetta per la qualità dei sistemi sanitari e infine, ma non meno importante, sono la regione dove si vive più a lungo.
I problemi ovviamente ci sono ma non nei  termini posti dalla domanda. Il 2009 è stato un  “annus horribilis” per la difficile congiuntura economica mondiale ma grazie ad una manovra anticrisi ad hoc abbiamo assicurato a  20mila lavoratori colpiti dalla crisi un sistema di protezione sociale fatto di ammortizzatori, contratti di solidarietà, incentivi alle imprese legati alla tutela dell’occupazione che ci hanno permesso di non intaccare la base occupazionale (dati Istat). Un grande risultato per la regione più manifatturiera d’Italia. Ora dopo la resistenza andiamo all’attacco sostenendo le pmi, il loro accesso al credito e la diversificazione delle attività economiche. Puntiamo al potenziamento del secondo motore di sviluppo costituito dal binomio turismo-cultura e alla cosiddetta green economy che presuppone una particolare cura dell’ambiente che per questa Regione è una priorità e una risorsa”. 

È giusto che chi vuole trovare la soluzione ed essere al servizio del Cittadino deve far cessare le lottizzazioni ed affidare subito trasparentemente i servizi pubblici a chi ha le specifiche competenze?

“Come già detto nella prima domanda abbiamo posto in essere una forte azione di risanamento, razionalizzazione e trasparenza nell’ambito della pubblica amministrazione. I servizi regionali sono stati ridotti da 43 a 12, gli enti esterni sono stati riordinati con la riduzione dei 2/3 dei componenti dei consigli di amministrazione, la remunerazione dei dirigenti è stata legata a obiettivi e gradimento dei cittadini, abbiamo imposto rigidi vincoli per le consulenze e le collaborazioni e bloccato le spese improduttive. Vogliamo istituzioni più disponibili all’ascolto, più semplici, più sburocratizzate, più trasparenti, agevoli nell’accesso, più presenti nella vita quotidiana, più vicine insomma a cittadini, famiglie e imprese”.

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