Apr 10, 2024 | Battaglie | 0 commenti

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TRASFERIMENTI DEI MILITARI: RIVEDERE LA DIRETTIVA

TRASFERIMENTI DEI MILITARI: SUPERARE LE DISCRASIE

La scorsa settimana il Segretario Generale dell’Associazione sindacale “Libera Rappresentanza dei Militari”, Marco Votano, ha rilasciato un’intervista nella quale ha manifestato le sue perplessità riguardo alle nuove direttive in tema di trasferimenti dei militari emanate dallo Stato Maggiore dell’Esercito.

 

LE FORTI PREOCCUPAZIONI

In particolare Marco Votano ha espresso critiche in merito a:

  • disposizioni discriminatorie ed incoerenti che non tengono conto delle esigenze e dei diritti dei militari
  • disposizioni non equitative nel trattamento del personale in base all’età
  • iniquità nel considerare l’incarico ricoperto e la qualifica ottenuta
  • limitazione nel numero di sedi per le quali un militare può concorrere senza una trasparente comunicazione sul numero di posti disponibili ed i reparti di destinazione
  • assenza di considerazione delle esigenze familiari e delle situazioni particolari come la genitorialità o l’assistenza a familiari malati
  • mancanza di chiarezza sulle regole ed i criteri di valutazione per i trasferimenti.
  • Votano ha scritto una nota al Ministro della Difesa e allo Stato Maggiore, sottolineando il nervosismo diffuso tra i militari e la necessità di rivedere e modificare le direttive in questione.

 

L’APPELLO DI CIVICRAZIA

Civicrazia si schiera a favore dei militari che devono sacrificare le proprie vite, rinunciando ai propri affetti per lungo periodo e vivendo lo stress degli spostamenti in nuovi ambienti, in nome del Bene Comune.

Tale stress, oltre a essere dannoso per l’individuo in sé, poiché la mancanza di supporto sociale e familiare risulta uno dei principali fattori di rischio del burnout correlato, danneggia la comunità per gli aumentati rischi di servizio non idoneo nonostante ogni competenza e impegno.

Inoltre i militari  che hanno il compito di proteggerci potrebbero perdere la fiducia nell’ordinamento statale che non li tutela.

Potrebbero non trovare più la motivazione e la soddisfazione necessaria per compiere il proprio lavoro nel modo migliore.

Perciò la domanda sporge spontanea: come possono tutelare i civili se loro in primis non vengono tutelati e rispettati?

Elena Miele Servidio

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