Il mondo è pieno di furbi, di individui che vogliono massimizzare i risultati con il minimo sforzo, a volte senza nemmeno sforzarsi. Ovviamente la differenza la fanno sempre gli uomini: da una parte quelli disponibili a passare sulla testa degli altri senza alcuno scrupolo, quelli che preferiscono adottare le scorciatoie affidandosi agli amici potenti, dall’altra gli Uomini che fanno del merito, della competenza e della giustizia il loro mantra.
In quest’ultima categoria rientra sicuramente il Difensore dei cittadini della Regione Campania, che noncurante di scontrarsi con chi ha avallato certe storture, ha portato a casa un altro importante risultato non per sé ma per tutti gli Avvocati che per essere chiamati tali, hanno speso tempo, energie e denaro per acquisire l’abilitazione alla professione, stabilendo un elementare principio in base al quale non si può entrare come Avvocato in Regione Campania senza concorso, ma per “nomina”.
La Regione Campania purtroppo non è nuova a quest’approccio. Chi ricorda la nomina senza requisiti nè selezione del Direttore dell’EAV? Sicuramente lo ricordano tutti i cittadini che sono costretti a sopportare ogni giorno i disservizi causati dalla pessima gestione offerta da una classe dirigente inadeguata, superficiale, in una parola: incompetente.
E’ ovvio che se le nomine a posizioni apicali all’interno della P.A. devono avvenire a seguito di ringraziamenti per l’impegno profuso nelle campagne elettorali, difficilmente gli interessi dell’amico degli amici potrà incontrare le necessità dei pendolari. Non è un caso infatti che certe posizioni dovrebbero (in Campania il condizionale è d’obbligo), essere ricoperte attraverso procedure concorsuali pubbliche e comparazioni di curriculum. Ma cosa sono i titoli e meriti rispetto “all’amicizia”? Perché prendersi il fastidio di farsi valutare come fanno tutti gli altri? Nonostante tutto, continuano episodi di malcostume, adottati da chi ha la presunzione di essere il proprietario della “cosa pubblica” e non il gestore su delega del cittadino. Eppure nei ricordi di bambino e nei vari film western che ci hanno fatto compagnia per anni, ricordavamo che “lo sceriffo” è il difensore della legalità, l’esempio da seguire, “il buono” per definizione. Mai avremmo pensato che tale figura potesse rappresentare un nuovo Imperatore. Da notare che non è stato utilizzato il termine di nuovo “Sovrano”, perché il Sovrano è e sarà sempre uno: il popolo.
Eppure, grazie al Difensore Civico regionale, abbiamo scoperto che in Campania per essere Avvocati basta essere nominati! A che serve dunque studiare per conseguire titoli? Perché sottoporsi ad ulteriori stress ed esami se determinati obiettivi si possono raggiungere entrando nella cerchia dei simpatici ad i potenti?
Purtroppo ancora una volta il Difensore Civico ha rotto le uova nel paniere ed ha fatto partire una denuncia alla Procura della Repubblica, che prontamente ha aperto un’indagine. Udite udite: la Regione, in autotutela, ha annullato prima il contratto sottoscritto con una dei funzionari in questione, poi anche con gli altri “beneficiari”. Ma come mai se tutto era a posto e si poteva procedere così come hanno fatto? La “furbata” passava in sordina se non fosse intervenuto il Difensore Civico.
Purtroppo ancora non hanno capito che l’Avv. Fortunato non soprassiederà mai di fronte alla malamministrazione ed alle ingiustizie. Eppure la Regione Campania dovrebbe saperlo bene. La lezione ricevuta con la nomina quale Difensore Civico regionale dell’Avv. Fortunato a valle di 8 anni di cause, dopo averlo osteggiato in tutti i modi, non è bastata? Ancora non hanno capito che difendere i cittadini non solo è una missione, ma deve essere insito nel DNA delle persone. In effetti come può capire chi crede che la gestione della vita pubblica sia un lavoro per il quale non si deve dar conto a chi ha avuto l’unico torto di votarli?
Attenzione, perché come diceva il grande Totò: “Cà nisciun’ è fesso”.
Elio Aliperti
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