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NON UCCIDERE

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Da Il Sole 24 Ore, 6 giugno 2024

(e ogni giorno su ogni giornale così)

 

L’ALLARME

Sentire ancora rievocare immagini di morte precoce, osservare macerie di case perdute, vedere  vite disperse tra fango, ferro e polvere e corpi dilaniati, altri monchi vivi, altri esanimi, di bimbi, donne, uomini, giovani e anziani atterrisce e instilla l’incubo.

Fra questi suoni e polveri di fumo nero e rosso, di fuoco, ci scuotono le urla di chi ha perso tutto in un attimo e stringe a sé corpi senza vita per cercare di ricomporre gli affetti, di lenire il dolore.  Ovunque corpi stesi e pallidi, imbrattati di sangue, giovani vite con lineamenti dolci e pallidi.

Queste immagini ci espongono all’orrore senza fine, che ci getta in uno stato di sottile terrore che noi tutti, singoli e collettività, non possiamo più tollerare, succubi di ogni immagine vista e rivista come macabro rituale a sua stessa giustificazione. Ogni giorno, ogni mattino l’aria tesa di promesse e minacce di morte, ci trasporta nello spazio della impotenza appresa: io cosa posso fare? Niente!!!
È questa risposta che ci rende fragili e obbedienti al fato, ci rende supini alle scelte dei Potenti di ogni Nazione che vive la guerra. Sentiamo ingiusta la mano di un padre che vuole risolvere con ferro e fuoco le pretese dei propri figli finanche con la morte di questi!

 

I corpi sussurrano

È allora che i corpi lacerati tentano in noi di ricomporsi e di sussurrare parole non dette. Le grida lontane e vicine ci spingono in gemiti muti a gridare, a temere. Soverchiati da terrore e compassione imploriamo: “basta, qualcuno li fermi!”.
Qualcuno comprenda che non possiamo accettare queste visioni, ombre di un passato ancora troppo vicino, che ha ripreso forma nelle azioni di interi popoli, che vivono e muoiono, nello sterminio della propria prole. E’ orrendo sentire vite innocenti, che cadono in un lampo di luce, in un attimo accecante, sotto bombe e missili “intelligenti”!

Che intelligenza è mai questa?
Quando la Diplomazia fallisce o non vuole mediare, ecco che si risolve in un’aberrante scelta di morte!
Schiere di popoli lasciano scie interminabili, attraverso i loro governanti, di dichiarazioni, di pretesi diritti civili e umani, persino morali e intanto lasciano a terra ogni cosa buona. Era la vita (ora stroncata) di ogni uomo, donna, bambino, Vita ora per sempre smarrita, che nutriva per sé e per tutti un futuro, dovuto e cancellato, di realizzazione, cura e pace!

Ogni diritto è perso quando la vita è stata spezzata, fosse solo una, quando i grembiuli bianchi di medici e le vesti multicolore sotto ferro e lamiere nascondono o mostrano quanto soltanto resta: L’ORRORE.
Ogni diritto alla vita è perso per chi è già vittima e per chi resta. E allora nessun altro diritto può essere affermato sotto le vestigia della violazione più grande: la violazione del Diritto a Esistere. Esserci, diritto primo e premessa di ogni diritto.
Violato questo diritto del singolo –  per qualunque ragione, si sappia che nessun altro diritto si potrà affermare.

Cessate il fuoco.

 

Cessate il fuoco!!!

Solo un atto di pace può ristabilire e ripristinare il senso del proprio destino, il diritto alla vita, e da lì riaprire la strada alla ricostruzione, alla elaborazione dell’orrore, delle perdite immani e violente, e proporre atti collettivi di riparazione.

A un processo di distruzione deve seguire un processo di costruzione ed elaborazione del lutto. Di condivisione e di un patto sociale vasto e complesso, ove ogni nazione si impegna a rispettare la vita del singolo!

Nella Guerra non c’è soluzione se non errati convincimenti che sacrificano il proprio popolo e le vite, in atti mostruosi di devastazione.  Nella guerra si cercano beni economici e potere. Questi Governanti sacrificano a questi interessi i propri Cittadini!

Non ripeteremo mai abbastanza: Là dove il diritto alla vita è perso, è perso ogni altro valore!
Noi viviamo minacciati ogni istante dalla serrata possibilità che anche i nostri figli, madri, giovani possano essere considerati vite da spendere per una “giusta” causa.

Con le immagini e i suoni evocati da quanto visto e udito, con la mente pregna di orrore e persino disgusto, ci sentiamo sospesi fra tanto dolore sentito e condiviso e l’atroce sentimento di non avere più la libertà di parola, non avere più la dignità di poter proteggere i nostri figli, le nostre vite e persino le nostre profuse battaglie per la libertà di esistere!

Non è vero!!! Abbiamo tale libertà e tale dignità! E’ il momento di essere Civicratici! Prima che sia troppo tardi.

Cessate il fuoco!

 

I proclami di guerra, l’orrore e il silenzio

I proclami di guerra e di rivalsa per atti violenti e vili, di annientamento di un popolo promettono giustizia con l’annientamento di altre vite e altri popoli.
Eppure, ritorna, per chi la conosce, la verità unica che l’odore acre delle carni arse e ancora vive, o dei corpi lacerati, gridano una sola parola: Non uccidermi.
“Non spezzare la mia anima e la mia mente perché ritieni che io possa condividere il mio corpo immolato a scelte altrui!”
Chi ha subito e subisce l’orrore della violenza sul proprio figlio e sulle proprie case ricche di affetti non ha scelto di morire. E,  raccogliendo quanto rimane di ogni singola deflagrazione,  nell’attimo in cui va via ci urla: “io non ho scelto!”.

Poi silenzio …
Il silenzio delle vite perse è assordante, aleggia con la polvere e il vento. E  chi ha e conosce lo strazio di una vita persa sente ancora quanto terribile e doloroso sia raccogliere i frammenti di una persona amata, quanto accecante sia la visione di un bimbo morto, di una Madre a terra, circondata dai suoi figli che emettono suoni acuti e convulsi, bramando solo di riportarla in VITA …
Chiunque abbia solo avvertito l’odore della morte violenta si interroga devastato, annichilito da tanta arroganza, e soverchiato da questa incapacità dei Governanti di cogliere quanto sia inutile e terribile la perdita finanche di una sola vita!

Noi in questi tempi continuiamo a sentirci stretti da immagini orrende e con la consapevolezza di non avere chiaro chi ha creato tanto dolore oggi.

 

Armi nucleari e radioattive…

Sospesi in attesa, insieme alle altre vittime innocenti, i singoli attendono che questa esasperante spirale di violenza e morte si fermi.

La mente umana in alcuni contesti espia la colpa di essere sopravvissuta, ai propri cari e sente persino ingiusto che a morire siano stati altri.
Così la Guerra entra nelle nostre vite, entra nelle nostre menti deboli e impotenti, impoverite dall’essere all’oscuro di quanto altri possono fare delle nostre realtà, similmente a quanto hanno fatto di altre vite a loro insaputa.

Nessun bambino che gioca in un cortile sceglie di essere spazzato via da un missile.
“Ditemi voi, o corpi persi dei nostri avi e veterani, ora che siete accomunati al nemico dalla stessa sorte, quanto vi manca la vita persa? e quanta colpa sentite per aver ucciso innocenti per una guerra Giusta?”
Non c’è Giustizia né Verità, né tanto meno Diritto nell’ atto di Guerra.
Lasciateci ora raccogliere i resti delle nostre ferite, i corpi dei nostri cari fratelli vicini o lontani, comunque donne e uomini come noi.  E lasciate che i nostri occhi e i nostri cuori abbiano un tempo lungo di PACE per piangere i nostri amati e ritrovare i sogni e il valore delle vite perse!
Restituite a noi, giovani e bambini, la fiducia di essere per voi figli, o Padri e Madri che guidate le Nazioni. Fateci sentire, Madri e Padri,  che le nostre vite sono care a voi.

Il vano sacrificio dei corpi e delle menti trovi pace nel nostro monito trasportato dai venti bellicosi: fermatevi, Padri e Madri, Figlie e Figli.
Perché il sangue sparso di noi e di tutti noi sia l’ultimo voluto.

Non uccidere.

Donatella Mereu,

Neuropsicologa clinica,

Psicopatologa forense,

Criminologa

 

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