Mag 2, 2021 | Battaglie | 0 commenti

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DISCIPLINA ANTICORRUZZIONE: IL CASO DI TORRE ANNUNZIATA

“A TORRE ANNUNZIATA E’ ARRIVATO L’ARROTINO”

Quando si pensa a parole come “anticorruzione e trasparenza”, si è orientati a credere che coloro deputati al controllo delle procedure per la regolarità degli atti o della adeguata trasparenza di tutto quanto muove avvisi, appalti ed affidamenti, siano spesso ottimi professionisti incaricati fuori da ogni apparato politico – non affatto inclini alla tacita obbedienza del loro “datore di lavoro” – e che perorino la causa adempiendo in pieno al loro mandato istituzionale. Si dimentica, però, che, per la maggior parte dei casi, chi è al vertice di un’amministrazione pubblica – spesso un politico clientelare – non è spinto da un’ideologia e da sani principi in quanto l’unico faro della sua esperienza politica e, quindi, azione governativa della “res publica”, è l’acquisizione di voti, consensi, prebende, etc. e aderendo, quindi, ad un partito che lo ha fatto eleggere, è obbligato a seguire le direttive imposte coadiuvandosi di dirigenti, consiglieri, assessori, consulenti, etc. per lo più segnalati dallo stesso partito, indipendentemente da competenze.
In tale logica è il caso anche di Torre Annunziata, città ad alto tasso delinquenziale, con forte presenza di corruzione, il cui Consiglio comunale in passato fu sciolto per infiltrazioni camorristiche.
A Torre Annunziata il relativo “Piano Anticorruzione 2019-2021”, redatto in ritardo dal Segretario Comunale e, soprattutto, in sordina senza il coinvolgimento dei Cittadini, delle Associazioni del territorio e dei Dirigenti comunali, viene “ripescato” a dicembre 2020 e solo dopo l’arresto – in flagranza di reato (tangenti in tasca) – del Dirigente del locale Ufficio Tecnico, già precedentemente più volte indagato, eppure mantenuto in quel delicato ruolo dall’amministrazione comunale.
Tale Piano viene ripescato dal nuovo assessore alla legalità e trasparenza (che, dopo l’arresto del Dirigente dell’Ufficio Tecnico, ha sostituito il precedente assessore ai LLPP, quest’ultimo coppia fissa con il dirigente arrestato). Tale “ripescaggio” è effettuato senza coinvolgere i Cittadini e le associazioni o i dirigenti, ma solo per tentare di convincere i Cittadini che “è arrivato l’arrotino”. Cioè che lui è finalmente il vero paladino della legalità e della trasparenza che mancava a Torre Annunziata e che il “suo” Piano Anticorruzione, malgrado l’assenza dell’iter normale delle consultazioni, può essere portato in Consiglio Comunale il 15 marzo u.s. per l’approvazione. Al momento della discussione del Piano al relativo punto all’odg, v’è stato l’allontanamento di un bel numero di consiglieri comunali e, quindi, non è stato votato per l’assenza del numero legale. Ma l'”arrotino” non si è dato per vinto e per arginare la mancanza di uno strumento amministrativo di così grande importanza – oltretutto previsto per legge – il neo assessore alla legalità ha pensato bene di “aggirare l’ostacolo” facendo adottare lo stesso Piano Anticorruzione al chiuso della giunta comunale.
Peccato, che ha dimenticato, che occorreva la delibera di indirizzo del Consiglio comunale.
Non solo sono stati esclusi i Cittadini ma addirittura l’intero Consiglio. L'”arrotino” si è “arrotato” con i soli colleghi assessori, evitando ogni trasparenza nell’atto che dovrebbe garantirla!

di Salvatore Sparavigna

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