Dic 21, 2020 | Battaglie, Notizie | 0 commenti

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COVID: MASSIMA ATTENZIONE SÌ, TERRORIZZARE PER NASCONDERE L’INEFFICIENZA NO

Che cosa non si fa per acquisire consensi? E se per perseguire questa strada è necessario terrorizzare i cittadini, poco importa!
Erano già nell’aria i provvedimenti restrittivi da parte del Governo per tutto il periodo delle feste natalizie, ma in Campania non bastano ed il ripetitivo De Luca aveva già preannunciato, prima ancora di conoscere le prescrizioni nazionali,  che avrebbe continuato  a chiedere qualcosa in più e lo ha fatto, bloccando altresì la mobilità tra i comuni sotto i 5mila abitanti. 
In attesa dell’esercitazione generale per il vaccino che si terrà nei primi giorni del  mese di gennaio, il Governatore non perde occasione per continuare a terrorizzare i cittadini campani , ancheagitando gli spettri di una Sanità al collasso perché potrebbe non essere in grado di gestire la quantità di ricoveri che si prospetterebbero se si allentassero le redini. 
Premesso che la Sanità è materia della Regione e quindi se ciò dovesse accadere, vorrebbe dire che tutta la situazione è stata gestita male, ma questa è una realtà già nota.
I cittadini della Regione ex Terrafelix, oggi più nota come la Regione della Terra dei Fuochi, si chiedono: ma cosa sarebbe successo in Campania se l’epidemia fosse esplosa come in Veneto o in Lombardia? Come avrebbe potuto tenere un Sistema Sanitario così fragile e discusso?
Perché discusso? Perché avevamo già parlato nel periodo estivo dell’inchiesta avviata dalla Procura di Napoli sulla realizzazione degli ospedali modulari che sono stati installati presso alcuni ospedali campani, per far fronte all’emergenza Coronavirus. 
Sotto i riflettori della Procura sono finiti gli appalti e le forniture dei tre ospedali Covid, 
In particolare nel registro degli indagati sono finiti il Presidente della Soresa, il Manager della centrale di spesa sanitaria in Campania, e il Consigliere regionale Luca Cascone. 
L’indagine in corso punta ad accertare se c’è stata o meno turbativa d’asta, ma tante altre ombre gravano sulle costruzioni in questione: le stanze dei prefabbricati progettati per 24 pazienti e collaudati per sei; i moduli rimasti inattivi per diversi mesi perché, come asserito dallo stesso De Luca, a partire dal mese di aprile erano calate le esigenze dei posti di rianimazione, fino al punto che al modulo dell’ospedale di Salerno erano arrivate anche le transenne. 
Proprio nel tormentato modulo salernitano sono approdati qualche giorno fa i Carabinieri del NAS per verificare le motivazioni e lo stato delle apparecchiature e dei posti letto inutilizzati ed ammassati in uno stanzino. Quale fretta c’era, tale da giustificare un appalto così “veloce”? Quanto prima, anche aldilàdegli aspetti penali, va  fatta chiarezza su questo ennesimo triste episodio, contraddistinto dalla poca trasparenza dell’azione amministrativa. 
I Cittadini campani hanno il diritto di sapere, vista la storia degli ultimi 10 anni di gestione commissariale della Sanità in Campania, costantemente orientata a rimettere i conti in ordine a discapito della qualità del servizio offerto e che ha comportato l’esigenza di affrontare l’emergenza della pandemia con un piano regionale risalente al 2006, una spesa sanitaria regionale scesa da 3 miliardi e 265 milioni del 2007 a 2 miliardi e 621 milioni del 2018, una riduzione della spesa per personale sanitario del 19,8% tra il 2009 e il 2018 e con un deficit annuale dovuto alla mobilità sanitaria verso le regioni del Nord Italia.
Molto più comodo quindi, distogliere l’attenzione dei cittadini da quelle che sono le inefficienze politiche dell’Amministrazione Regionale campana che non si “accorge” che la situazione diventa sempre più critica e rischia di arrivare ad un punto in cui anche le attività basilari di assistenza sanitaria potrebbero essere disattese. Il problema è che la Campania, oltre a partire da un rapporto tra posti letto per ogni 100.000 abitanti inferiore del 30% rispetto alla media nazionale, lamenta anche una carenza di organico e di mezzi. I medici, molto vicini al collasso, sono preoccupati e mortificati in quanto l’aiuto offerto al Presidente Vincenzo De Luca per essere coinvolti nelle fasi decisionali è stato snobbato. Qualsiasi richiesta di colloquio non ha nemmeno ricevuto una risposta. 
La domanda è: perché non vengono presi in considerazione i Professionisti che potrebbero fornire un contributo anche in tema di razionalizzazione delle decisioni? Probabilmente una migliore e più consapevole organizzazione potrebbe liberare risorse e consentire anche l’assistenza per patologie non legate al Covid, oggi praticamente del tutto accantonate. Altro grave segnale di arroganza, di poca trasparenza e di disponibilità al confronto da parte di chi dovrebbe tutelare i cittadini. Ricordando al Presidente che non si muore solo per il Covid, ma anche per l’ambiente insalubre, per il quale inspiegabilmente non vengono prese decisioni così drastiche oppure si muore di fame o di stress per i servizi pubblici inefficienti, vorremmo stimolarlo ad un confronto su tanti temi che stanno a cuore ai Cittadini, visto che è sempre più chiuso nei suoi videomonologhi.
Sarebbe ora che qualcuno si assumesse le responsabilità politiche legate ad una cattiva gestione prima e durante la pandemia che sta stressando e mettendo in evidenza tutti i limiti di una malagestione della cosa pubblica. I monologhi non servono più, specie quando il principale obiettivo è solo mostrarsi alle telecamere con il copione oramai stantio dell’uomo di ferro con la vena “comica”.
 
Elio Aliperti

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