CREDITO AL CONSUMO: PERICOLO IN VISTA
Quando ci si reca da qualsiasi parte per comprare un’auto, una cucina, degli elettrodomestici, si viene bombardati da proposte di “credito finalizzato al consumo”!
Oltre alla merce in sé, così vendono i soldi.
La nostra economia da decenni, oramai, ruota intorno a tali meccanismi che strutturano la nostra società.
Attenzione! Per quanto bassi i tassi, dal punto di vista pratico, ci si potrebbe trovare in seria difficoltà, soprattutto in caso di mancata corresponsione anche di una sola rata!
OCCHIO AI SERVIZI SPESSO INESISTENTI
Spesso, specie negli ultimi mesi, molte società promettono servizi della più svariata natura al fine di dichiarare competenze non certificate, spacciate mediante corsi diretti al consumatore.
Ancora, il più delle volte il finanziamento viene richiesto per l’acquisto di beni difettosi o che non arriveranno mai al consumatore finale.
In questa vicenda, sovente il venditore fraudolento sa di poter ottenere facilmente la somma pattuita, sorvolando su obiezioni alla prestazione, in quanto il cliente si riterrà fortunato e agevolato a poter fruire di una prestazione generalmente costosa con il finanziamento, anche se tale prestazione non sarà nel tempo all’altezza degli accordi iniziali.
Tale situazione sarebbe ulteriormente perniciosa qualora, come spesso accade, il venditore, dopo la stipula del finanziamento da parte dell’incauto consumatore, non adempia alla propria prestazione sinallagmatica, fornendo al consumatore finanziato un bene diverso o inutilizzabile o un servizio inesistente.
QUANDO LA TENAGLIA SI CHIUDE
Quando la tenaglia si chiude molti consumatori gettano la spugna, specie se si tratta di piccole somme, quasi vergognandosi di ciò che è accaduto.
Si tratta di una dinamica che ha lo stesso schema (vergogna della vittima a denunciare) del fenomeno analogo delle vittime di bullismo.
In tale “malsano mare” i truffatori sguazzano, contando sulla passività del consumatore. Occorre sapere che, in caso di inadempimento del fornitore, il consumatore può legittimamente richiedere la risoluzione del contratto di finanziamento collegato e il conseguente venir meno, in capo al consumatore, della relativa obbligazione, anche al fine di ottenere il rimborso delle rate già versate, incluso ogni altro onere eventualmente applicato.
Pertanto, mai disperare e rivolgersi allo Sportello di Civicrazia o a un’Associazione di consumatori o a legale specializzato. Il venditore, una volta annullato il finanziamento, subirà la rivalsa da parte dell’ente che erogò il credito, trasformando il “bullo” nel primo responsabile della prestazione finanziaria erogata e restituendo, inoltre, quanto già speso al consumatore sottoposto alla rate per un bene od un servizio mai fruiti o mal-fruiti.
Marco Viola, Avvocato
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