Empowerment psicologico del Cittadino: sentirsi protagonisti nel mondo civicratico
“La democrazia appartiene a chi partecipa” – Robert Kennedy
Essere Cittadini oggi significa molto più che eleggere rappresentanti o pagare le tasse. Significa riconoscersi soggetti capaci di incidere, persone in grado di far valere diritti, esprimere idee e costruire soluzioni. Questo processo di consapevolezza attiva ha un nome preciso: empowerment psicologico.
Dal senso d’impotenza al “posso fare”
Secondo la letteratura di psicologia di comunità (Zimmerman, 1995), l’empowerment ha tre dimensioni:
1. Interpersonale – percepire auto-efficacia, fiducia, autostima.
2. Interazionale – comprendere il contesto socio-politico e i propri diritti.
3. Comportamentale – tradurre motivazione in azione concreta.
Quando anche una sola di queste dimensioni manca, il Cittadino rischia di sentirsi spettatore passivo, di ciò che altri decidono “in alto”.
Civicrazia come palestra di protagonismo
Il progetto Civicrazia nasce per colmare proprio quel vuoto: trasformare la partecipazione in esperienza quotidiana.
Potremmo fare alcuni esempi:
– Responsabili di Battaglie o di Iniziative
– Sportello Civicratico
– Redattore e Responsabile Web.
In tutti questi ambiti, il/la Civicratico/a acquisisce abilità trasversali (scrittura, grafica, social), ma soprattutto sperimenta il potere di incidere: un feedback, un’infografica o un tweet ben fatto possono cambiare percezioni, attivare risorse, ispirare altre persone.
Perché serve la psicologia
Parlare di empowerment senza citare la dimensione emotiva sarebbe incompleto. Molti Cittadini convivono con emozioni di sfiducia (“tanto non cambia nulla”), paura (“non voglio espormi”) o confusione (“non so da dove iniziare”). Lavorare sull’empowerment psicologico significa riconoscere quelle emozioni, normalizzarle e trasformarle in carburante per l’azione civicratica.
“Il potere appartiene a chi crede di averlo.” – Hannah Arendt
Beatrice Pieretto
Tirocinante Psicologia – Civicrazia nel Giugno 2025.
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