TROPPI PROFUMI E MENO SALUTE.
“QUESTA È UN’EPIDEMIA”.
Vi è un crescente ricorso a profumi ambientali e scarse cautele. Secondo la professoressa Anne Steinemann – esperta di fama mondiale in materia di inquinanti ambientali, qualità dell’aria e relativi effetti sulla salute – “tutti si stanno ammalando a causa di questi prodotti. Alcuni hanno effetti immediati, severi e disabilitanti, ma l’effetto delle fragranze sulla salute può anche essere subdolo e insidioso e le persone possono non rendersi conto di essere state colpite, se non quando è troppo tardi”.
GLI ALLARMISMI DELLA COMUNITA’ SCIENTIFICA SONO COSTANTI. PERCHE’ DUNQUE LI SOTTOVALUTIAMO?
L’inquinamento dell’aria è un problema emergente che non possiamo più ignorare. Tuttavia negli elenchi delle fonti inquinanti spesso non compare alcun riferimento alla contaminazione da fragranze. I terpeni odorosi contenuti nelle profumazioni rilasciano nell’aria indoor e outdoor dei Composti Organici Volatili (COV/VOC) che sono inquinanti precursori, insieme agli ossidi di azoto, del particolato secondario e dell’ozono.
I ricercatori stanno monitorando le principali cause di inquinamento urbano nelle città di tutto il mondo, in particolare in Europa, negli Stati Uniti e e in Cina. Il 28 febbraio 2018 hanno dato la notizia di aver determinato il profilo olfattivo di Innsbruck in Austria, rivelando che la città odora sempre più di profumo e corrisponde quindi alla tendenza internazionale delle altre metropoli. I nuovi studi suggeriscono che fino ad ora sono stati sottovalutati i COV/VOC provenienti dai prodotti di uso comune e quindi le profumazioni possono essere equiparate ai nuovi gas di scarico.
Infatti, l’invisibilità sociale delle fragranze le avvolge in una presunzione d’innocenza che le rende non solo onnipresenti, ma anche incredibilmente dannose per la salute.
NORMATIVE CARENTI
La regolamentazione è debole: i produttori non sono obbligati a dichiarate tutti i componenti di una fragranza in quanto protette dal segreto industriale. Nell’Unione Europea, solo 24 allergeni-sensibilizzanti (ex 26) vanno per legge riportati in etichetta. Un’estensione a 56 nuove sostanze è prevista nei prossimi anni. Un esempio: il caso emblematico del Lilial, vietato solo nei cosmetici dal 1° marzo 2022 e non nei detersivi, mostra alcune lacune regolatorie. In Italia vi sono stati continui sequestri di cosmetici al Rapex perché vecchie formulazioni sono ancora in circolazione con la fragranza messa al bando.
Serve maggiore informazione pubblica, trasparenza normativa, accessibilità delle informazioni chimiche sulle etichette per una cultura della prevenzione ambientale.
Si sottolinea che le “Fragranze di seconda mano” attualmente rappresentano un pericolo per le persone vulnerabili che non riescono ad evitarle per la loro onnipresenza. Analogo pericolo in passato fu riscontrato nel corso della lotta al fumo passivo e si adottarono giuste precauzioni che per i profumi ancora tardano.
EFFETTI SOCIALI E CULTURALI
Il problema è anche culturale: le pubblicità ci hanno formati attraverso il mito del “profumo di pulito” che si è profondamente radicato nella società odierna, ma è scientificamente infondato. “Il pulito non ha odore”, come sostiene il Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento Indoor (GdS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che sta facendo controinformazione, mentre la presenza di odori ci indica che siamo a contatto con inquinanti nell’aria. L’esposizione costante a fragranze può causare inquinamento olfattivo, con effetti sull’umore, comportamenti e danni al sistema neurologico.
IMPATTO SULLA SALUTE
Dagli studi internazionali sulla popolazione statunitense, australiana, inglese, svedese e tedesca la prof.ssa Anne Steinemann mostra che 1 persona su 3 sperimenta effetti negativi alla salute per esposizione a prodotti profumati di uso comune.
I disturbi spaziano tra problemi respiratori, dermatite, allergie, cefalee, emicranie, ipersensibilità, disturbi endocrini e perfino neurotossicità.
Nel corso dell’esistenza umana ci sono diverse finestre di maggiore vulnerabilità per l’esposizione a sostanze chimiche come quelle contenute nei composti di fragranza: le donne in gravidanza, gli embrioni, i feti, i bambini nei primi 1000 giorni (3 anni) di vita, gli adolescenti, le persone malate, individui sottoposti a chemioterapia, gli anziani.
Inoltre ci sono sottopopolazioni particolarmente fragili alle fragranze in base agli studi come: asmatici, cefalalgici, allergici, persone con disturbo dello spettro autistico, individui affetti da sensibilità chimiche multiple.
Da altre ricerche il contatto con le fragranze può scatenare: dermatite allergica da contatto (DAC), dermatite irritativa da contatto (DIC), dermatite da contatto trasmessa per via aerea di origine non vegetale (Airborne-contact dermatitis ABCD), dermatite atopica (malattia dermatologica che colpisce più frequente neonato e bambino ma può manifestarsi ad ogni età).
Infine sono reattivi alle super profumazioni individui con neurodivergenza, persone altamente sensibili P.A.S, individui affetti da iperosmia e le donne in gravidanza (iperosmia gravidica).
Ci sono diverse professioni più a rischio che espongono i lavoratori con maggiore intensità a queste sostanze volatili: parrucchieri, estetisti, massaggiatori, infermieri geriatrici, addetti alle lavanderie. Con la moda dilagante dell’impiego di profumatori ambientali e di diffusori di aromi elettrici all’interno di attività commerciali, ricreative e sanitarie, insieme allo stoccaggio negli ipermercati di grandi quantitativi di cosmetici, detersivi per la casa e il bucato, ci sono sempre più lavoratori che manifestano problematiche di salute.
Per concludere vanno aggiunti anche i dipendenti impiegati nelle industrie di profumi e aromi, come pure gli abitanti che vivono in siti contaminati da queste produzioni inquinanti.
Non sono risparmiati da queste esposizioni chimiche neanche gli animali domestici che convivono con l’uomo.
FRAGRANZE, AROMI E SALUTE
Va denunciato, con vigore e in ogni modo, l’impatto invisibile ma pervasivo delle fragranze sintetiche sull’ambiente e sulla salute pubblica, anche attraverso il racconto diretto di chi ne è stato colpito con il supporto di studi scientifici. I malati ambientali sono stati definiti nel tempo i “canarini delle miniere” perché reagiscono prima e più gravemente agli inquinanti chimici, anche a bassi livelli. Così come i minatori portavano i canarini nelle miniere di carbone per individuare precocemente la presenza di fughe di gas mortali, la società potrebbe cogliere, invece di negare, l’esperienza delle “Vittime del progresso” che sono state trasformate in “Sentinelle chimiche” per investigare sulle tossicità emergenti.
MESSAGGIO CONCLUSIVO
È tempo di rivedere il concetto di benessere associato alle profumazioni.
Occorre scegliere prodotti senza profumo, leggere le etichette (occhio a parole come “Parfum”, Fragrance” e “Aroma”) e consultare bio-dizionari.
Usare alternative semplici come l’acido citrico anidro per il bucato in sostituzione dell’ammorbidente.
Adottare politiche “fragranze-free” in scuole, ospedali e ambienti di lavoro.
L’aria pulita è per Civicrazia un diritto umano fondamentale. Difendiamola insieme!
Donatella Stocchi, terapista della riabilitazione.
0 commenti