“L’odio e la rabbia non possono sopraffare il rispetto delle persone che deve venire prima di tutto”: sono le parole del sindaco di Macerata, Mariano Carancini, a conclusione del vertice che si è tenuto in Prefettura alla presenza del ministro Minniti per i fatti gravi di violenza che si sono verificati nella città e riguardanti il ferimento di sei immigrati. Quello che dice il sindaco è senza dubbio ineccepibile e dovrebbe costituire un’altra iscrizione da incidere nelle aule dei tribunali dopo quella che dice: “La legge è uguale per tutti”. E’ una considerazione che fa riflettere e ci spinge a chiederci: “Da quanta sopraffazione siamo circondati? E’ sempre vero che è la persona ad essere tutelata? E’ sempre vero che la legge tutela la persona nelle sue applicazioni? O spesso vengono generate nuove discriminazioni o gerarchie umane e sociali per ossequiare un buonismo che non fa bene a nessuno?”. E si potrebbe continuare non per sostenere un pregiudizio ma per alimentare un pensiero ed una cultura finalizzati a trovare soluzioni idonee ad una pacifica convivenza nel rispetto reciproco, nell’accettazione reciproca delle proprie diversità, quella di chi arriva e quella di chi accoglie. L’immigrazione è un fenomeno complesso, che se non è giusto definire “incontrollato”, è sicuramente, in Italia, mal gestito. Addirittura usato e strumentalizzato in questa nuova campagna elettorale, caratterizzata da invettive e recriminazioni da chi ancora si candida per il governo della Repubblica. Addirittura tollerato per ingrossare le fila di aggregazioni non sempre lecite.
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