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VIOLENZA NELLO SPORT: FERMARE QUEST’ATROCE PANDEMIA

La violenza? È pandemica. Che fosse insita anche ai livelli più alti dello sport ne siamo a conoscenza, ma che cominciasse ad attecchire anche nello sport giovanile questo proprio non lo si aspettava. Si. Sembra proprio che anche in questo caso si stia determinando una lunga scia di aggressioni senza senso. Anche i genitori.

 

 

Il punto della questione

 

La punta dell’iceberg? È quella cui abbiamo assistito in mondovisione: la figuraccia che ha coinvolto la Nazionale Italiana, che giocava contro la Norvegia, e la tragicomica conferenza in cui veniva annunciato dell’allenatore Spalletti il suo esonero, per volontà del patron Gravina. E da consumarsi dopo 24 ore. Passa in sordina, invece, l’episodio di Baldini. Dopo avere vinto i playoff della serie C con il Pescara, parla di “calcio per mano di lestofanti” E’ un chiaro riferimento al sommerso e mai manifestato entourage di persone (manager ed affaristi) che gravitano nell’orbita sportiva, attecchendo anche in ambito giovanile.

 

 

Un passo dopo l’altro

 

Si passa, poi, dall’imbarazzo della diretta TV, alla violenza nelle società di serie B e C, passando per un forte razzismo e violenza diffusa, che si percepiscono, ormai, anche in partite più “pure” e con una minore portata a livello nazionale.
Le vittime
Cresce, infatti, l’elenco delle vittime: giocatori; arbitri; dirigenti; e genitori. “Si tratta di una vera e propria violenza sociale” – dichiara il presidente dell’Aia, Antonio Zappi – “Occorre aggiornare l’impianto normativo penale”.

 

 

Anche genitori snaturati

 

Avete mai provato ad assistere ad una partita di calcio giovanile? Il confine tra un certo tifo genitoriale, aggressivo e caricaturale, e gli ultras travestiti da parentele di vario genere è labile.
Guardate il caso di Francesco Latini, massacrato da un genitore di un giocatore dei laziali Gdc Ponte di Nona, che ha rischiato di rimetterci un rene nell’ormai lontano 2002. E non si tratta di un caso isolato perché la scorsa domenica ad Arezzo, in un torneo Under 13, è accaduto qualcosa di simile. Il padre di un giocatore della Vis Pesaro, infatti, ha picchiato l’arbitro diciottenne, procurandogli quaranta giorni di prognosi.
Il fenomeno, dunque, è da sradicare al più presto.
Genitori, siate genitori, siate educatori ed esempio contro la barbarie!

Valeria Garbin, Giornalista.

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