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RINGIOVANIRE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: UN’ESIGENZA IMPRESCINDIBILE

UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE NECESSITA RINGIOVANIMENTO

In un contesto in cui quasi il 40% dei dipendenti pubblici ha un’età compresa tra i 50 e i 59 anni e solo il 5% ha meno di 30 anni, emerge con forza l’urgenza di rinnovare la pubblica amministrazione italiana. Questi dati significativi, forniti dall’ultimo rapporto Aran, pongono una chiara necessità: attrarre le nuove generazioni nel mondo del lavoro pubblico.

 

Come rimediare

Diventa impellente la necessità di bandi snelli, di una formazione continua e dell’adozione di tecnologie avanzate. Diventa, quindi, una priorità sviluppare una pubblica amministrazione che non solo risponda alle esigenze della società contemporanea, ma che sia anche in grado di attrarre talenti giovani.

 

Necessità ed adattamento

In un paese in continuo mutamento, la capacità di evolversi e adattarsi alle nuove sfide è essenziale: sempre più evidente appare l’importanza di condividere strategie di attrazione e valorizzazione del talento adottate da amministrazioni pubbliche innovative. Una Pubblica Amministrazione ringiovanita e potenziata, pronta a rispondere alle sfide del futuro.

 

Età e permanenza al lavoro

La Manovra 2025 ha portato importanti novità riguardo ai limiti di età per il pensionamento e alle possibilità di trattenimento in servizio per i dipendenti pubblici.

Queste modifiche si applicano a tutte le amministrazioni pubbliche e mirano a garantire una maggiore flessibilità per i lavoratori, consentendo a chi lo desidera di proseguire la carriera professionale, senza pregiudicare le opportunità per i più giovani e senza gravare sui conti pubblici. Il nuovo limite di età è di 67 anni.

Questo limite si applica alla maggior parte dei dipendenti pubblici, ma ci sono delle eccezioni per alcune categorie professionali, come i magistrati, i professori universitari e i dirigenti medici.

Per loro, i limiti di età possono essere più alti, considerando la natura specifica e altamente qualificata delle loro mansioni.

 

Addio al collocamento automatico a riposo a 65 anni ma ancora nessuna manovra per il ringiovanimento della pubblica amministrazione

Una delle novità principali è l’abolizione del collocamento a riposo automatico al compimento dei 65 anni. Con la riforma i lavoratori hanno maggiore libertà di decidere se proseguire l’attività fino al pensionamento di vecchiaia. In questo modo chi lo desidera può continuare a lavorare altri due anni. Attendiamo ora una riforma che permetta l’entrata nella pubblica amministrazione dei migliori talenti giovanili, dando ai migliori l’opportunità di accedere presto ai massimi livelli.

Paola Zanoia, Avvocato

Responsabile Nazionale Battaglie per la Nuova Pubblica Amministrazione

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