Cinque anni dopo: ancora nessuna tutela strutturale
Sono passati ormai cinque anni dall’inizio della pandemia da Covid-19, ma i lavoratori fragili continuano a essere dimenticati. Nonostante le ripetute richieste e le segnalazioni da parte di associazioni e comitati civici, manca ancora una normativa strutturale che garantisca loro protezione e continuità lavorativa in sicurezza.
Chi sono i lavoratori fragili
Si definiscono “fragili” quei lavoratori affetti da patologie croniche o condizioni cliniche che li espongono a un rischio maggiore in caso di contagio (Decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022). Solo durante la fase più critica della pandemia, erano previste tutele straordinarie, ma oggi queste misure sono venute meno, lasciando un vuoto normativo preoccupante.
I lavoratori fragili restano comunque esposti a rischio, poiché il loro sistema immunitario non è in grado di rispondere efficacemente agli agenti patogeni. Il Covid-19 si è solo aggiunto a una lunga lista di minacce per la loro salute.
Il diritto al lavoro in sicurezza
Il diritto al lavoro deve includere il diritto a lavorare in condizioni di sicurezza. Per i lavoratori fragili, ciò significa poter accedere allo smart working o ad altre forme di adattamento della prestazione lavorativa, senza penalizzazioni economiche o professionali.
Un appello alla politica
Civicrazia si unisce alla voce dei cittadini che chiedono una riforma seria e definitiva. È inaccettabile che in uno Stato di diritto si continui a ignorare la vulnerabilità di migliaia di lavoratori. La tutela della salute non può essere oggetto di compromessi o rinvii.
Silvano Antori.
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