Feb 21, 2018 | Notizie | 0 commenti

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LOTTA ALLE FAKE NEWS TRA TUTELA DEL CITTADINO E CENSURA

Da pochissimi giorni, e in vista delle prossime elezioni politiche, è stato attivato sul portale della Polizia Postale (commissariatodips.it) il nuovo servizio on-line di segnalazione di notizie false.

Di cosa si tratta? Molto semplicemente di un bel pulsante rosso da schiacciare per segnalare una fake news. A fianco è stato aggiunto invece un pulsante blu per chi volesse segnalare il fenomeno denominato “Blue Whale”, cioè una sfida lanciata su un social, in cui un così detto “curatore” può manipolare e suggestionare la volontà di inermi ragazzi, fino a indurli anche al suicidio.

Da quando il ministro Minniti ha annunciato tale attivazione, si è alzato un enorme polverone: si tratta di vera tutela del cittadino o di una sottile forma di censura di Stato?

Osservando il sito istituzionale e leggendo le notizie classificate come “fake news” si può notare come lo scopo sia soprattutto quello di educare la popolazione ad essere più critica nella lettura e nella comprensione delle miriadi di notizie da cui siamo invasi ogni giorno sui nostri social. In realtà, si tratta di un servizio educativo che già svolgono egregiamente i singoli social network: se andiamo nella sezione Assistenza di Facebook, sono riportati diversi suggerimenti per individuare notizie false. Per esempio, si consiglia di non fidarsi di titoli altisonanti scritti tutti in maiuscolo oppure di controllare se si tratta di un indirizzo (URL) fasullo; si esorta a fare attenzione a foto o video ritoccate e a controllare le date degli avvenimenti; si potrebbe trattare di uno scherzo di buontemponi o di scritti satirici o umoristici; infine, si invita soprattutto a controllare, verificare, ricercare le fonti di siffatte notizie per sincerarsi di non essere di fronte a intenzioni malevoli di confondere e condividere delle falsità.

Dunque, si tratta davvero solo di educare il cittadino ad essere più attento e critico? Andando a leggere le notizie riportate nella pagina dedicata alle fake news del portale della Polizia, si possono leggere i primi fatti segnalati: “All’estero hanno ricevuto le schede elettorali senza i partiti di destra…”, “Sul treno senza biglietto! Il post scatena l’odio su Facebook…”, “Prete ringrazia Allah per gli immigrati e prova amore per l’assassinio di Pamela…”. Tutte notizie in verità già lette proprio sul principale e più famoso social della rete. Sono tutte false? Secondo la Polizia Postale, sì. Peccato che per alcune di esse manca proprio la fonte che ne provi l’infondatezza. Così facendo, inficiando proprio l’operazione di smascherare e smentire.

L’amministrazione nazionale sta cavalcando una sottile lama di rasoio che divide appunto un’azione lodevole di tutela dell’opinione pubblica dal più tragico controllo sociale: si tratta di una raccolta dati senza alcuna volontà di influenzare il cittadino o di un progressivo strumento di censura per imbavagliare il web puntando all’eliminazione di siti scomodi e dell’informazione alternativa?

Saranno i posteri a rispondere a tale domanda. A noi, cittadini del presente, l’arduo compito di vegliare sulla libertà di parola perché si tratta della “base dello sviluppo sano e naturale di ogni popolo” (Albert Einstein).

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