Gen 28, 2018 | Notizie | 0 commenti

Tempo di lettura: 8 minuti

VELI E DIRITTI

asmae

Ha fatto scalpore l’episodio accaduto ad Asmae Belfakir, responsabile legale della comunità islamica di Bologna e avvocato praticante dell’ateneo emiliano, invitata ad uscire dall’aula del Presidente della seconda sezione del Tribunale Amministrativo dell’Emilia Romagna, Giancarlo Mozzarelli. La giovane donna era presente ad un’udienza con il capo coperto dal velo hijad. L’allontanamento della Belfakir sembra trovi la sua giustificazione in una disposizione affissa davanti all’aula del Tar, in cui si legge: “Chi interviene o assiste all’udienza non può portare armi o bastoni e deve stare a capo scoperto e in silenzio”.

La vicenda si è, comunque, conclusa positivamente con l’intervento del Presidente del Tar, Giuseppe Di Nunzio, che ha assicurato alla professionista che potrà tornare nelle aule del Tribunale con il velo hijab senza alcun problema.

L’episodio fa sicuramente rilfettere per i numerosi risvolti che genera. Bene ha fatto la Belfakir a far valere i suoi diritti, tenuto anche conto che il velo hijab lascia scoperto il volto e, quindi, rende la persona che lo porta identificabile. Tuttavia, esso può considerarsi un fatto emblematico dei seri e delicati problemi che comporta il multiculturalismo, l’integrazione razziale, il rispetto delle tradizioni, cultura, usi di un popolo che non contrasti con quanto normato nel Paese che lo accoglie. Con i Paesi Arabi non vige la reciprocità. In ogni modo, tornando al caso in questione, se non può, e non deve, infastidire un velo hijab, che deve essere, invece, tollerato e consentito, anche se potrebbe offendere sostanzialmente il percorso che le donne occidentali hanno compiuto, e ancora compiono, per il riconoscimento dei loro diritti, identificando nel “capo coperto” un segno di sottomissione, perchè, allora, mettere al bando un crocifisso o un presepe  per rispettare altrui fedi? Non sarebbero, invece, quei simboli strumenti e canali di maggiore conoscenza e consapevolezza reciproca, la cui presenza insegni la tolleranza e il vero rispetto?
E’ civicratico vigilare e riflettere perchè la faccenda dell’immigrazione non sia l’ennesimo business e la Costituzione una carta per discriminare con la forzatura delle interpretazioni.


Articoli Correlati

ARTE NELL’EPOCA DELLA MACROREGIONE MEDITERRANEA

ARTE NELL’EPOCA DELLA MACROREGIONE MEDITERRANEA

Bianco e azzurro sei. Con le isole che stanno lì. Le rocce e il mare. Coi gabbiani. Mediterraneo da vedere. Con le arance. Mediterraneo da mangiare. Così cantava Pino Mango nella bellissima canzone scritta insieme a Mogol nel 1992. Oggi, nell'epoca della Macroregione...

leggi tutto

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »