Set 23, 2025 | Battaglie | 0 commenti

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NUOVE FRONTIERE DELL’AGROFORESTAZIONE

Nuove frontiere dell’AgroForestazione

 

 

Le attuali tendenze

 

Cogliamo negli ultimi decenni una tendenza, sia in Europa che nel mondo, allo sviluppo di nuovi sistemi agroforestali che vanno oltre i classici concetti sviluppatisi nell’ultimo secolo.

Concetti tanto antichi quanto moderni si intrecciano nelle sperimentazioni e presentano risultati positivi che premiano l’intuito coraggioso di ricercatori come, ad esempio, l’agronomo svizzero Ernst Gotsh e il botanico giapponese Akira Miyawaki.

Immaginate oltre 40 anni di pubblicazioni scientifiche di entrambi che richiedono oggi urgenti aggiornamenti sia negli insegnamenti universitari sia agli agricoltori nelle loro pratiche agronomiche aziendali.

 

 

Un po’ di storia

 

L’ultima glaciazione è l’ultima fase del Pleistocene, caratterizzata da un forte avanzamento dei ghiacciai.

• È iniziata circa 115.000 anni fa.

• Ha raggiunto il massimo glaciale attorno a 20.000-18.000 anni fa.

• È terminata circa 11.700 anni fa, con l’inizio dell’Olocene, l’epoca interglaciale in cui viviamo oggi.

Dall’ultima glaciazione ad oggi, anche con la diffusione di alcune pratiche in agricoltura e pastorizia, si è giunti alla riduzione di 20.000.000 kilometri quadrati di foresta perduta.

Quel che rimane in agricoltura oggi è quelle poche specie forestali addomesticate dall’uomo per l’alimentazione umana, ma orfane di amici che per millenni hanno vissuto in simbiosi, con ogni relativa conseguenza negativa. Tutto questo, oggi più di prima, sostiene la validità di principi come: coltura promiscua, consociazione, fitosociologia e fitocenosi, allelopatia positiva, chimica diretta (rilascio di fitormoni o altri metaboliti stimolanti).

 

 

Oggi

 

Il recupero del patrimonio genetico di specie Autoctone rimaste (e contributo all’arricchimento della Biodiversità) è da più parti oramai invocato come misura da adottare urgentemente. Ecco perché si devono “mettere gli agricoltori al centro della ricerca attraverso schemi di ricerca partecipata quali il miglioramento genetico partecipativo”. L’agricoltore è, infatti, visto come il “custode” dei semi.

Recentemente in Italia è nata giuridicamente la figura del ‘’Agricoltore Custode dell’ambiente e del territorio’’ (in vigore il 29 marzo 2024 la legge del 28 febbraio 2024, n. 24). Sono gli imprenditori agricoli, singoli o associati (ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile), nonché le società cooperative del settore agricolo e forestale, che orientano naturalmente le scelte aziendali, comprendendo azioni volte a preservare e rilanciare la Biodiversità e le specie Autoctone, e tanto altro ancora. Ai sensi di tale legge le azioni meritorie vengono premiate, anche con riduzione di tributi.

 

 

Affermazioni che l’esperienza ha convalidato

 

Vediamo alcune affermazioni di entrambi gli studiosi citati:

Ernst Gotsh:

1) con-creare agroecosistemi simili nelle forme e nelle dinamiche agli ecosistemi originali e naturali del luogo dove si interviene;

2) i parassiti sono definiti agenti di ispezione del dipartimento di ottimizzazione del processo di vita

3) micorrize: endofiti (batteri e funghi) partecipano al ciclo rizofagico;

4) ‘’piantiamo l’acqua’’: la foresta libera gas chiamati composti organici volatili biogenici; ciò genera pioggia;

5) Progetto Agenda Gotsh: sistemi agroforestali successionali, multistrato, dinamici;

6) da sistemi equilibrati si passa a sistemi armonici.

Akira Miyawaki:

1) (PNV) vegetazione naturale potenziale: è il tipo di vegetazione naturale che può prendere piede se nel sito in questione non si attestasse presenza umana per lungo periodo di tempo;

2) Archeobotanica o Paleoetnobotanica: sono la base nella progettazione, orientata a prediligere le Climax.

In proposito oggi l’ONU parla di foreste primarie: sono quelle autoctone in grado di autorigenerarsi e la FAO afferma: la foresta c’è se in mezzo ettaro almeno il 10% della superficie è coperta da alberi, con alberi che raggiungono almeno 5 m e con una copertura della chioma (canopy cover) superiore al 10%.

La conferma del grande contributo di Ernst Gotsh e Akira Miyawaki è nel fatto che, in più fonti autorevoli, avvalorando le potenzialità della Biodiversità, si citano spesso concetti come:

1) diversità funzionale: concetto che si riferisce alla varietà dei caratteri tra specie diverse che attivano funzioni ecosistemiche;

2) ridondanza funzionale: diversità di più specie all’interno del medesimo ecosistema; all’interno di ciascun gruppo funzionale è parimenti importante;

3) sinfitosociologia o fitosociologia paesaggistica: scienza che studia il dinamismo tra diversi stadi vegetazionali ricostruendo in particolare le diverse vegetazioni naturali potenziali e le serie di vegetazione in modo sincronico;

4) autoctoni perché importanti per ricchezza e diversità genetica, per essersi adattati alle condizioni locali ambientali e hanno maggiori probabilità di far interagire flora, fauna e microrganismi locali, rendendo l’ecosistema più produttivo e resiliente agli stress esterni;

5) alley cropping, noto anche come alley farming: è un sistema agroforestale innovativo che combina la coltivazione delle colture con la piantumazione strategica di alberi o arbusti in filari o viali;

5) necessità di numero minimo di specie (BEF, biodiversità-funzione) per il funzionamento di un ecosistema in condizioni costanti mentre un numero più ampio è necessario per mantenere stabilità dei processi ecosistemici in ambienti sottoposti a cambiamenti;

6) servizi ecosistemici: beni e servizi che l’uomo ottiene direttamente o indirettamente dalle funzioni ecosistemiche (miglioramento della qualità dell’aria, mitigazione climatica,

fitodepurazione delle acque superficiali, ecc.).

 

 

Nuove Frontiere

 

Ecco, allora, le ‘’Nuove Frontiere’’ dell’AgroForestazione:

1) produzione di Crediti di Carbonio (carbon farming), con valore anche economico (monetizzazione di un Servizio Ecosistemico);

2) rapporto di Superficie Equivalente (Land Equivalent Ratio, LER), che confronta le rese ottenute dalla consociazione di due o più specie rispetto alle rese ottenute dalla loro coltivazione in purezza. Più alto è il LER, maggiore è il “guadagno di terra” ottenuto dal sistema misto rispetto alle monocolture. È, dunque, un ottimo indicatore di sostenibilità ed efficienza produttiva. Quindi il LER è un indice che misura l’efficienza d’uso del suolo in sistemi di coltivazione intercalata o agroforestali rispetto alle monocolture;

3) poliproduzione e multireddito nella stessa superficie: opportunità economiche per l’agricoltore anche con pochi ettari a disposizione, semplicemente utilizzando la Biodiversità e le sue conoscenze

 

 

Proiettati verso il futuro

 

Queste stupende novità sono ora in piena sintonia con gli obiettivi della Mediterranean Green Economy (Secondo Pilastro della Macroregione Mediterranea) e per questo ringraziamo Ernst Gotsh e Akira Miyawaki che sono riusciti nella fusione tra AgroEcologia e Forestazione, accogliendo (con una sana Research & Development) coraggiosamente intuizioni, risultati di indagini e sperimentazioni in modo libero e amorevole per il benessere dell’Uomo e del pianeta Terra.

Paolo Ciro D’Apolito 

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