Gen 24, 2025 | Battaglie | 0 commenti

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MIGLIORARE L’INEFFICIENTE TRASPORTO PUBBLICO IN CALABRIA

Il trasporto pubblico in Calabria: inefficiente, inaccessibile e di scarsa importanza per la politica regionale

Negli ultimi anni abbiamo visto vari cambiamenti normativi in relazione al trasporto pubblico locale in Calabria.
A ogni ciclo politico ci sono riforme, ogni giunta ha dichiarato le sue buone intenzioni, ma all’atto pratico la situazione è prevalentemente stagnante.
I cambiamenti concreti visti dall’utenza finora si esauriscono ad alcuni miglioramenti spot riguardanti pochi comuni, nel graduale rinnovo del parco mezzi e in una finta “integrazione treno + bus” che in realtà è una semplice vendita combinata di titoli separati sui canali di Trenitalia.

 

Bandi e contratti

I contratti dei vari consorzi, continuamente prorogati in una perenne emergenza in attesa dello svolgimento dei bandi TPL prescritti dalla normativa, sono pure stati oggetto di attenzione da parte di ANAC a riguardo.

I bandi TPL, previsti da anni ma continuamente rimandati con le più varie motivazioni, lasciano il settore in uno stato di incertezza e scoraggiano investimenti e pianificazione di lungo termine.

 

Integrazione tariffaria

L’assenza di integrazione tariffaria, allo studio sin dal lontano 2012 e tuttora non applicata, scoraggia fortemente l’utenza che si muove su relazioni non servite da una linea diretta, ma che richiedono cambi tra mezzi di diversi vettori, a causa degli alti costi che comporta avere più abbonamenti diversi.

In aggiunta, l’assenza di integrazione non consente un utilizzo efficiente di tutti i mezzi di trasporto disponibili, causando situazioni paradossali dove in ora di punta, su tratte servite da più vettori, circolano mezzi semivuoti di un vettore e mezzi a pieno carico di un altro.
Ad esempio, a Reggio Calabria, il percorso Piazza Garibaldi – Catona è possibile coprirlo sia con autobus urbano ATAM che con autobus extraurbano Costa Viola che con treni regionali di Trenitalia. La gente acquista generalmente l’abbonamento del vettore che offre la copertura più capillare per la zona attraversata (quindi l’azienda di trasporto urbano del luogo, cioè ATAM), e tende a ignorare gli altri vettori (che viaggiano con basse percentuali di riempimento, in particolare Costa Viola), ma, se gli venisse data la possibilità di usare un abbonamento integrato, come si è visto in altre città dove è in vigore l’integrazione, i pendolari cominciano a distribuirsi su più mezzi, redistribuendo più equamente l’affollamento e consentendo anche trasferimenti più veloci (es. se il treno impiega meno tempo per fare il percorso periferia – centro, il pendolare può prendere il treno e proseguire in autobus urbano per ridurre i tempi rispetto a fare la stessa tratta solo in autobus urbano).

Riguardo Reggio Calabria, va pure notato che la situazione su certi versi è addirittura peggiorata rispetto al passato. In passato era presente un’integrazione tariffaria tra autobus ATAM e treni di Trenitalia, la TREBUS. Essa, che aveva preceduto di anni le integrazioni tariffarie che ormai sono presenti nelle principali città italiane, ad inizio 2014 è stata cancellata, riportandoci nel passato da uno dei pochi esempi di integrazione che abbiamo avuto.

 

(Mancanza di) Informazioni all’utenza

Le informazioni all’utenza sono scarse e ciò rende il trasporto pubblico meno accessibile. Spesso non vi sono informazioni in tempo reale sullo stato delle corse e su eventuali variazioni e soppressioni, spesso è complicato addirittura reperire gli orari dei vari bus, fuori dai principali centri abitati sovente mancano persino le paline che segnalano le fermate rendendo quindi difficile individuare dove prendere l’autobus (emblematico il caso di Vibo Valentia, capoluogo di provincia, che ha provveduto solo in tempi recenti a richiederne l’installazione). Il sito regionale CoreTPL, che idealmente avrebbe dovuto essere un hub di informazioni per la mobilità, è abbandonato a sé stesso e sconosciuto alla quasi totalità dell’utenza. La relativa app, disponibile solo per Android, non è neanche presente sugli store ma va scaricata e installata manualmente dal sito.

 

Programmazione dei servizi

La programmazione delle corse spesso non rispetta le reali necessità dei pendolari, con programmi di esercizio che sembrano volti a spostare i mezzi col minor fastidio piuttosto che le persone che dovrebbero prenderli. Le uniche corse con orari ragionati sono quelle dedicate agli studenti in quanto essi hanno orari omogenei e facilmente prevedibili senza alcuno studio.

Le corse non sono quasi mai cadenzate, lasciando grandi buchi senza alcun mezzo disponibile. Su tratti di percorso comuni a più vettori, accade spesso che i buchi di orario di un vettore possano essere coperti da un altro, ma l’assenza di integrazione tariffaria tra i diversi vettori rende assolutamente sconveniente per il pendolare fruire di servizi di diversi vettori e di conseguenza rende il servizio meno attrattivo.

Gli orari di molti vettori spesso non sono aggiornati per tenere conto dei cambiamenti intercorsi da quando furono tracciati. Strade nuove, mezzi nuovi con migliori performance di accelerazione, variazioni nei flussi degli spostamenti e nel conseguente traffico, variazioni di percorso… Non si tiene conto di nulla di ciò. Alcune aziende hanno orari redatti ad inizio degli anni 2000 e mai variati. Ciò è spesso causa di consistenti anticipi qualora gli autisti non decidano deliberatamente di tenere una velocità media inferiore a quella effettivamente consentita dal percorso per evitare che la gente perda l’autobus a causa del largo anticipo con cui transiterebbe dalle fermate intermedie del percorso.

In aggiunta, spesso non si tiene conto delle coincidenze tra corse. Ad esempio, il treno 5596 da Paola arriva a Sapri alle 12:59. Il treno 5226 da Sapri a Napoli parte alle 12:55, obbligando ad attendere il successivo treno delle 14:00, quando con piccoli ritocchi era possibile garantire la coincidenza.

Oltre alle coincidenze, gravi carenze anche sul lato degli interscambi tra mezzi diversi. Gli orari di treni e autobus di diverse aziende, nonostante per certe corse appaia naturale considerarle una combinazione in una relazione unica, spesso l’interscambio è reso disagevole da orari non consoni. All’atto pratico, può capitare che un autobus per l’entroterra parta dalla stazione a valle prima ancora che arrivi il treno, costringendo ad attendere magari più di un’ora per l’autobus successivo, o, viceversa, che il treno parta prima che l’autobus arrivi dal paese.

Gli interscambi a volte sono resi complicati anche da questioni infrastrutturali che si mischiano a dimenticanze della regione. Davanti alla stazione di Francavilla Angitola – Filadelfia, a pochissima distanza dallo svincolo di Pizzo della A2, vi fermano (ormai pochi) autobus FdC. Questa stazione, molto utilizzata (492 pax al giorno secondo dati DTR 2007), perfetta per l’interscambio tra autobus/automobile e treni della relazione Lamezia – Rosarno via Tropea, è da anni senza traffico. Nell’accordo quadro tra RFI e Regione Calabria di giugno 2018 era indicato che sarebbe stato possibile inserire la fermata ai treni a seguito del completamento del PRG della stazione di Lamezia Terme Centrale. Su OpenCoesione il progetto risulta concluso al 2020, ma tuttora i treni non hanno fermata alla stazione, presumibilmente perché la Regione Calabria non ha richiesto a Trenitalia l’aggiunta della fermata ai treni in orario.

 

Infrastrutture

Gli interventi sulle infrastrutture ferroviarie procedono lentissimi o non procedono proprio, con tutti i disagi che ne conseguono. A distanza di circa sei anni dalla posa del primo palo per l’elettrificazione della Jonica, a sud di Sibari ancora neanche una tratta è stata completata e attivata. Le ferrovie taurensi, chiuse nel lontano 2011 a causa di carenze di sicurezza, nonostante le ripetute promesse da tutti i politici che si sono succeduti, ancora non vedono una luce in fondo al tunnel. I vari progetti relativi a nuove opere per il trasporto pubblico, quali ad esempio il tram di Cosenza, hanno discussioni che si protraggono per anni senza mai giungere a una conclusione. L’unica grande opera regionale in avanzato stato di costruzione è la Metroferrovia di Catanzaro.

 

Che cosa vogliamo dal futuro?

È evidente che il trasporto pubblico calabrese, una risorsa importante per molti cittadini, è spesso svilito da una classe politica che non gli presta il dovuto interesse.
Esclusi pochi interventi spot che interessano comuni che hanno avuto rappresentanti che si sono battuti per il miglioramento, la situazione generale vede una diffusa stagnazione dovuta al disinteresse dei politici locali e regionali.
Gli unici interventi diffusi sono quelli relativi al rinnovo del parco mezzi, spinti dai fondi europei. Non vi sono invece comparabili investimenti in spesa corrente nell’ottica di una generale riorganizzazione e implementazione del servizio.
La polverizzazione dei servizi unita spesso a un’avversità al confronto degli enti preposti, non ha permesso la nascita di associazioni di pendolari forti.

Per il futuro, vogliamo un cambio di traccia!

Non vogliamo promesse dalle istituzioni ma fatti e impegno civico.

Ogni giunta ha fatto le sue promesse, che però in larga parte non ha mantenuto.

Vogliamo un cambiamento che parta dal cittadino e che lo veda protagonista nella difesa dei propri diritti davanti alle istituzioni. Il cittadino deve essere consapevole che il trasporto pubblico è un suo diritto.
Come tale va preteso e difeso dall’ignavia della politica, senza restare passivi adagiandosi su speranze create da promesse senza seguiti.
Vogliamo subito l’integrazione tariffaria, per avere un trasporto pubblico più accessibile e che consenta un uso efficiente ed efficace di tutti i mezzi a disposizione.
Vogliamo che finiscano le continue proroghe in emergenza e che siano svolti i bandi richiesti per legge, così da poter finalmente guardare a un orizzonte di lungo termine per ricominciare a migliorare e investire.
Vogliamo servizi cuciti sulle esigenze dei pendolari e infrastrutture che rispondano alle esigenze dei territori e che siano messe in opera con solerzia.
Vogliamo dire no all’ignavia e all’indolenza della politica su una questione che finora è sempre stata considerata di secondaria importanza, perché non lo è.

Emanuele Rodà

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