AUMENTI LEGATI A CARO-ENERGIA E GUERRE, PUR CESSATE QUESTE EMERGENZE, NON SONO POI RIENTRATI. INTERVENTO DI CIVICRAZIA A DIFESA DEI CONSUMATORI.

Dall’attenta analisi di Civicrazia sembrerebbe che prima il Covid, poi il caro-energia e infine la guerra in Ucraina hanno spinto al rialzo i prezzi al dettaglio nel comparto alimentare, al punto che oggi fare la spesa costa quasi un terzo in più rispetto al 2019.
E anche quando l’effetto di queste emergenze è terminato, i listini non sono tornati alla normalità, dando vita ad una forma di speculazione sulla pelle dei consumatori.

SPECULAZIONI SU PELLE DEI CONSUMATORI

Lo ha denunciato Civicrazia, commentando i dati dell’Istat sui rincari del 30% per i beni alimentari.
A partire dal 2020 prima il Covid, poi il forte aumento dei prezzi dell’energia hanno incrementato i costi a carico di imprese e industrie del settore, scaricati sui consumatori finali attraverso una considerevole crescita dei listini al dettaglio – ha spiegato il Dipartimento Consumatori di Civicrazia.

LA SITUAZIONE SI AGGRAVA CON ALTE QUOTAZIONI DELLE MATERIE PRIME.
E’ stato poi il turno della guerra in Ucraina, che ha portato ad una fiammata delle quotazioni internazionali delle materie prime con inevitabili ripercussioni sui prezzi al pubblico di una miriade di prodotti alimentari. Tuttavia, una volta terminati gli effetti di tali emergenze, i rincari non sono rientrati, e i listini non sono tornati alla normalità. Al contrario i prezzi di cibi e bevande hanno continuato a salire, realizzando una speculazione sulla pelle dei consumatori – ha denunciato Civicrazia.

CIVICRAZIA CHIEDE L’INTERVENTO DELL’ANTITRUST

Per questo Civicrazia chiede oggi l’intervento di Antitrust, affinché avvii una approfondita indagine sull’andamento dei listini alimentari in Italia, volta ad individuare possibili anomalie nella formazione dei prezzi a danno dei consumatori italiani.

Giovanna Domini, Avvocato