I MALATI AMBIENTALI VANNO RICONOSCIUTI E SOSTENUTI
La Sensibilità Chimica Multipla (MCS) è una patologia ambientale che comporta reazioni multiorgano in caso di esposizione a sostanze chimiche presenti nell’ambiente, anche a dosi molto inferiori a quelle tollerate dalla popolazione in generale. Tra le sostanze che scatenano i sintomi importanti sono: profumi, detergenti, ammoniaca, ipoclorito, solventi organici pesticidi, mercurio, gas di scarico, toner e molte altre.
Colpisce dall’1 al 3% della popolazione con gravi sofferenze e disagi sia in ambito lavorativo che abitativo.
MANCANZA DI RICONOSCIMENTO DELLA MCS DA PARTE DELL’OMS
Purtroppo manca il riconoscimento da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con un codice nosologico ICD (International Classification of Diseases) proprio.
Si utilizza come codice della malattia: «disturbo respiratorio non specificato in relazione alla esposizione ad agenti chimici gas fumi vapori «IC D10 J 689 ). I certificati vengono ad oggi redatti da pochissimi medici che in Italia si occupano di patologie ambientali. Ci sono comunque in Italia alcuni centri come quello di Bologna o di Padova che seguono i malati senza però dare risposte adeguate. Molti sono gli studi internazionali pubblicati compreso un Consenso italiano.
In Italia ci sono alcuni ospedali attrezzati per accogliere questi malati che necessitano di accorgimenti molto specifici per non mettere a rischio la vita stessa, soprattutto per crisi respiratorie.
Nonostante tutto questo, i malati ambientali sono privi di attenzione e tutela sia da parte dello Stato che dei Sanitari stessi che non conoscono la patologia e non vedono appunto un riconoscimento ufficiale.
Questa patologia si associa nel 30% dei casi ad ipersensibilità a campi elettromagnetici. Per questo l’abitazione deve essere adeguata e lontana da antenne di telefonia mobile o elettrodotti.
CASO CLINICO
Alcuni giorni fa una signora affetta da questa patologia in forma grave ha pubblicato su Facebook la richiesta di aiuto, rimasta ancora inascoltata. La signora non riusciva più a tollerare l’odore del profumo della biancheria profumata della vicina di casa, accusava disturbi gastrointestinali, respiratori, svenimenti, dolori diffusi, insonnia, cefalea pulsante, acufeni e altro. Pur avendo segnalato il problema di salute la stessa vicina di casa non ha voluto tenere conto . Avrebbe dovuto semplicemente evitare di stendere la biancheria profumata davanti all’abitazione della signora oppure utilizzare detergenti senza profumo, meglio tollerati.
Per questa esposizione continuativa la signora ha avuto un grave dimagramento per incapacità ad alimentarsi e molti altri sintomi gravi. Pertanto, aiutata dalla figlia, ha deciso di trovare un’altra abitazione ma nel momento in cui è andata a vivere nella nuova casa ha avuto ancora problemi, non avendo fatto una prova preliminare e sottovalutando l’esposizione chimica, forse per per le pitture utilizzate in precedenza, di cui si è accorta dopo. Al momento attuale non sa dove andare a vivere, nessuno la sta aiutando a trovare un’abitazione adeguata e pensa di dover dormire in macchina. In ospedale dove si è recata recentemente per il malessere grave non sapevano come aiutarla.
Sono stati interpellati Enti preposti senza risposta.
OCCORRE GIUSTIZIA PER QUESTI MALATI
Pertanto ci si chiede: lo Stato può permettere ad un cittadino tali sofferenze semplicemente perché manca il riconoscimento ufficiale della patologia? Forse i sintomi di una cefalea riconosciuta vengono messi in discussione e non sono omologabili ad una cefalea da esposizione a sostanze chimiche?
Occorre maggiore attenzione a questo tipo di disabilità. In uno Stato Civile queste discriminazioni non devono esserci. C’è bisogno del riconoscimento innanzitutto, della formazione dei medici, della mobilitazione e della sensibilità di tutti i cittadini e dell’impegno dei Soggetti Istituzionali preposti.
Civicrazia si batte da sempre per la tutela di questi malati e chiede giustizia.
Annunziata Patrizia Difonte, medico 





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