Giu 7, 2012 | Notizie | 0 commenti

Tempo di lettura: 8 minuti

I DIRITTI NELLE RELAZIONI UMANE E IL CITTADINO PROTAGONISTA DELL’ING. GERARDO RIZZO

diritti cittadinoDa un’attenta lettura della Costituzione Europea si apprende che la sola dichiarazione di principi non è e non può essere la soluzione ai problemi del diritto. È infatti uso comune pensare che quando si scrivono le dichiarazioni di principi, questi possono poi essere calati dentro le singole realtà di Paesi come un modello capace di portare alla soluzione questioni e fattori di vita dell’umo, ma purtroppo l’esperienza ci insegna che ciò non è. L’esperienza ci insegna invece che i diritti umani appartengono alla quotidianità dell’uomo e non agli apparati degli Stati, tanto è che si può co  assoluta certezza, asserire che concretamente: “IL DIRITTO È L’ESERCIZIO E L’UOMO ÈTITOLARE DELL’ESERCIZIO DEL DIRITTO”. Il diritto è una funzione di tipo circolare e, correlata, rappresenta l’obbligo dell’uomo di relazionare con quanto c’è attorno a se stesso. La Chiesa Cattolica in tal senso ci da una “dritta” definendo i diritti come parte della “dignità” dell’uomo, definisce l’uomo come immagine di Dio in quanto relaziona con il suo simile e lo rispetta. La Chiesa propone uno  spaccato con il quale l’essere umano, la persona umana, dev’essere rispettata e ottenere rispetto. L’uomo infatti è persona in quanto si relaziona con gli altri nel rispetto della dignità umana. Da ciò scaturisce che quando le relazioni non possono essere esercitate allora si ha la negazione della dignità umana e quindi dei diritti. Facciamoci adesso un’altra domanda: Come diventa l’uomo protagonista? L’uomo diventa protagonista quando: conosce i propri diritti e da tale conoscenza inizia a relazionare con le ISTITUZIONI. Da ciò scaturisce che i diritti non sono l’elemento del conflitto ma il collante per il buon vivere sociale. Il cittadino diventa protagonista in quanto è attore di se stesso quando impara a relazionare nella comunità nel senso circolare pensando che i nostri diritti appartengono al bene comune. Il cittadino deve diventare protagonista perché solo così garantisce la circolarità del diritto. Le relazioni tra esseri umani, usando lo strumento della democrazia partecipativa, costruiscono il bene comune. Dal suddetto ragionamento deriva che alcuni diritti essenziali si possono leggere in modo diverso a secondo dello Stato in cui si vive, un esempio  immediato  è il diritto alla nutrizione. Nel mondo occidentale, infatti, tale diritto rappresenta innanzitutto la qualità della nutrizione da cui scaturisce: la quantità di cibo da ingerire, la qualità dello stesso , come detta quantità e qualità influiscono sul nostro aspetto fisico e sulla nostra salute. In altri posti del Mondo il diritto alla nutrizione è essenzialmente il diritto di accesso al cibo. Un altro esempio è il diritto all’acqua, all’uso dell’acqua, al tipo e alla qualità di acqua utilizzata per uso umano, domestico, nel terziario; rispetto a chi deve garantirsi il diritto di accesso all’uso di questo bene primario. Se poi introduciamo il “diritto alla salute” ci accorgiamo che spesso, l’esercizio di tale diritto è garantito sempre e solo da certe condizioni. Spesso, non è garantito. Con questi brevi esempi ho mostrato come l’esercizio del diritto di beni essenziali varia rispetto alle condizioni di Stato in cui si vive. Come si comporta un cittadino rispetto a casi particolari dove è necessario prendere una decisione? Analizzando caso per caso concretamente secondo le esigenze di vita, oppure si limita al rispetto di “protocolli di burocrazia”? Esiste un limite al diritto? Sì, la meta e la dignità dell’uomo. Non tutti i diritti sono, purtroppo, uguali per tutti tant’è che esistono tante discriminazioni dovute alla presenza di apparati burocratici che “rompono” la democrazia. Il Magistero della Chiesa impone una dimensione sociale sussidiaria, dalla quale si rileva che il diritto è qualche cosa ch appartiene alla dignità e alle aspirazioni di essere umano. I diritti allora vanno confrontati, correlati e relazionati con le aspirazioni degli altri. In conclusione, credo si possa asserire che i tre assiomi fondamentali che rappresnetano la capacità di relazionarci sono: 1) nessun limite alla dignità umana; 2) nessun limite alla socialità; 3) nessuna disuguaglianza. I diritti quindi devono servire a costruire la socialità attraverso la circolarità del rapporto tra le persone. In uno con il Magistero della Chiesa il quale sostiene che per realizzare i diritti umani è necessario: 1) LA CONVERSIONE DEL CUORE; 2) LA TESTIMONIANZA DELLE OPERE BUONE. Questo è il patrimonio di tutti e per realizzarlo ci vuole BUONA VOLONTÀ.

Articoli Relativi

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *