Il caporalato è una piaga della nostra società, presente sia nel mondo agricolo, soprattutto verso gli immigrati, sia negli altri ambiti lavorativi.
Nonostante questo fenomeno è anche contrastato dalla legge 199/2016, purtroppo ancora oggi molti sono i casi in cui questo fenomeno è ampiamente diffuso.
UNA BATTAGLIA DI TUTTA LA POPOLAZIONE
Civicrazia porta avanti una battaglia che vede tutta la popolazione unita nella lotta contro il caporalato.
Tutti uniti per attivare politiche e azioni comuni contro il lavoro nero, promuovendo la Rete del lavoro agricolo di qualità.
Ampliamo, quindi, il ruolo dell’agricoltura sociale, come esempio di sviluppo territoriale e legalità, inclusione e qualità, capace di contrastare il caporalato e arginare le agromafie.
Offriamo, tramite lo Sportello Telematico, supporto e consulenza alle vittime del caporalato, grazie a una equipe multidisciplinare (mediatore linguistico-culturale, agente di sviluppo territoriale, operatore sociale).
FORMAZIONE E COLLABORAZIONE MULTISETTORIALE
La lotta contro il caporalato comporta percorsi di formazione per operatori e mediatori, con l’aggiornamento delle competenze in materia, e laboratori per i migranti, incrementando le conoscenze in ambito agricolo e consolidando le buone prassi di agricoltura sociale.
Occorre promuovere processi virtuosi di inclusione e reinserimento socio-lavorativo dei migranti, attraverso la creazione e il potenziamento di una rete nazionale di collaborazioni multisettoriali e integrate tra mondo agricolo, servizi sociosanitari, settore della formazione e dell’accoglienza.
QUATTRO FOCUS
Lavoriamo uniti su questi 4 focus:
1. Diminuzione del caporalato presente in agricoltura attraverso l’agricoltura sociale;
2. Sensibilizzare i lavoratori sui propri diritti attraverso seminari, incontri e istruzione attiva;
3. Sensibilizzare il consumatore sull’importanza dell’acquisto di prodotto certificato.
Anche qui l’istruzione e la conoscenza giocano un ruolo fondamentale.
Il consumatore deve essere attento e devo conoscere i prodotti che acquista.
Occorre formare un attento consumatore che favorisca l’agricoltura biologica, il vero made in Italy e la sostenibilità ambientale che deve essere dietro ogni nostra scelta di fronte al banco d’acquisto;
4. Istruire le aziende e far comprendere loro la negatività che il caporalato comporta, lo smarrimento dell’umanità nei confronti dei propri lavoratori e l’angoscia che determina, nei confronti delle risorse umane aziendali e dei consumatori, tale atteggiamento.
Francesca Losinno, dott. agronoma
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