Set 11, 2025 | Battaglie | 0 commenti

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CELLULARI E ADOLESCENTI: PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE

L’USO DEI DISPOSITIVI DIGITALI TRA GLI ADOLESCENTI: UN’INDAGINE SVELA TENDENZA E CRITICITA’

 

Un’indagine condotta su 18 studenti del terzo anno di una scuola media dell’Emilia-Romagna, promossa dal Comitato ISDE Italia, nell’ambito del progetto “Usiamo le Tecnologie con Intelligenza”, ha rivelato una serie di dati significativi sul rapporto tra i giovani e i device digitali, ponendo in luce preoccupazioni relative a possesso, abitudini, consapevolezza e ruolo della famiglia.

 

 

POSSESSO E ABITUDINI: LA STRETTA PROSSIMITA’

 

I risultati mostrano una diffusione quasi totale dei cellulari tra gli studenti: il 100% ne possiede uno, e la maggior parte lo riceve in età molto precoce (il 45% prima dei 10 anni, e il 7% addirittura prima dei 7).

L’uso è intensivo e costante: circa la metà dei ragazzi lo porta sempre con sé, e uno su tre lo tiene a contatto con il corpo, anche durante la notte. L’uso giornaliero è elevato per una fascia significativa di studenti, con il 15% che lo utilizza per più di 4 ore al giorno, e il 10% che supera le 6 ore. Questo uso assiduo porta, in alcuni casi, a forme di dipendenza, tanto che il 10% ha dichiarato di soffrire di disagio psicologico in assenza di connessione. L’indagine conferma una crescente tendenza alla “stretta prossimità” con il dispositivo, che quasi si configura come un’estensione del corpo.

 

 

IL RUOLO CRITICO DELLA FAMIGLIA

 

Un dato particolarmente rilevante riguarda il ruolo dei genitori. Il 72% degli intervistati non ha chiesto il cellulare, ma lo ha ricevuto come regalo, per lo più dai genitori stessi (85% dei casi). Nonostante questa iniziativa, la consapevolezza familiare sui rischi è molto bassa. Solo il 6% dei ragazzi ha dichiarato di aver ricevuto informazioni sull’elettrosmog dalla propria famiglia. In questo vuoto informativo, la scuola emerge come l’attore più rilevante, con il 29% degli studenti che indicano gli insegnanti come fonte di conoscenza sul tema, superando di gran lunga il ruolo genitoriale.

 

 

CONOSCENZE ED EFFETTI SULLA SALUTE MENTALE

 

La scarsa informazione si riflette nelle conoscenze dei ragazzi. Il 43% ha mostrato lacune o informazioni errate riguardo le onde elettromagnetiche. Questo contesto si inserisce in un dibattito più ampio sui rischi cognitivi e neurologici, come evidenziato anche dalla 7ª Commissione del Senato, nel 2023, la quale ha sottolineato il rischio che l’abuso di questi dispositivi possa portare a una riduzione della neuroplasticità e alla perdita di facoltà mentali essenziali come la concentrazione e la memoria.

Data la passività informativa dei mass media e l’inadeguatezza crescente del ruolo genitoriale, la scuola rimane spesso l’unico “baluardo” per informare e proteggere le nuove generazioni.

 

 

CONCLUSIONI E PRECAUZIONI DA ADOTTARE

 

I dati indicano una tendenza preoccupante: la riduzione dell’età del primo cellulare e un aumento dell’uso orario quotidiano. La tecnologia, sebbene utile, è spesso usata in modo errato. Oltre a danneggiare la salute mentale e le capacità cognitive in alcuni soggetti ipersensibili ai campi elettromagnetici per patologie neurologiche (epilessia ad esempio) o cardiologiche o tiroidee o perché portatori di metalli medicali, apparecchi o impianti acustici e i danni alla salute sono maggiori. Frequentemente i ragazzi accusano anche cefalea, difficoltà di concentrazione, acufeni, stanchezza, cardiopalmo e altro.

È fondamentale allora adottare il principio di precauzione: informare, educare e promuovere un uso consapevole e moderato dei dispositivi digitali per evitare poi di imbattersi in gravi patologie. La scuola ha un ruolo cruciale in questo. Il Ministero ha correttamente vietato l’uso dei cellulari durante lo svolgimento delle attività didattiche, salvo eccezioni, ma questo non basta.

Bisogna considerare che il cellulare va spento per ridurre l’emissione di campo elettromagnetico in classe. Ad aumentare l’intensità del campo elettromagnetici contribuiscono i tablet, se connessi, e le reti wifi. Per questo sarebbe opportuno pensare nelle scuole a cablare gli impianti con la connessione via cavo che permette di ottenere anche maggiore protezione dei dati e velocità.

Annunziata Patrizia Difonte, Medico esperto in patologie ambientali 

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