Caregiver familiari: la Corte di Giustizia Europea riconosce il diritto a “soluzioni ragionevoli” nel lavoro
Un recente caso italiano apre la strada a una tutela storica
Con la sentenza C-38/24, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sancito un principio di grande rilievo: i caregiver familiari non possono essere discriminati sul lavoro e i datori di lavoro sono obbligati ad adottare accomodamenti ragionevoli, al pari di quanto previsto per i lavoratori con disabilità.
Si tratta di una decisione che amplia l’ambito di applicazione della direttiva 2000/78/CE, interpretata alla luce degli articoli 24 e 26 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE e della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Il caso concreto: una madre lavoratrice e il diritto all’assistenza
La vicenda trae origine da Roma. Una lavoratrice addetta alla sorveglianza della metropolitana, madre di un figlio con disabilità grave (art. 3, comma 3, L. 104/1992), aveva chiesto un orario fisso mattutino per poter assistere il figlio durante le terapie pomeridiane.
Il datore di lavoro aveva concesso solo soluzioni temporanee, rifiutando una modifica stabile dell’orario. La lavoratrice, ritenendo discriminatorio tale comportamento, aveva presentato ricorso.
Le decisioni nazionali: un primo rifiuto alla tutela
Sia il Tribunale di Roma che la Corte d’Appello avevano respinto la domanda, sostenendo che l’azienda avesse agito con misure “ragionevoli”, seppure non definitive. Successivamente, la lavoratrice, licenziata nell’ottobre 2022, aveva proposto ricorso in Cassazione.
La Suprema Corte ha sospeso il giudizio e rimesso la questione alla Corte di Giustizia UE, chiedendo se la direttiva antidiscriminatoria europea potesse applicarsi anche ai caregiver e se i datori di lavoro fossero tenuti a introdurre accomodamenti specifici per questi lavoratori.
La pronuncia della Corte di Giustizia UE
La Corte ha stabilito che il divieto di discriminazione indiretta fondata sulla disabilità si estende anche ai lavoratori non disabili che subiscono un pregiudizio a causa dell’assistenza fornita a un familiare disabile.
Inoltre, il datore di lavoro deve adottare soluzioni ragionevoli, purché non comportino un onere sproporzionato per l’organizzazione. Ciò significa che modifiche di orario, cambio mansioni o lavoro flessibile devono essere valutati e, se possibile, concessi.
Una svolta per il diritto del lavoro e per la dignità dei caregiver
Questa sentenza rappresenta un punto di svolta nel diritto europeo del lavoro. Per la prima volta, viene riconosciuto un diritto soggettivo del caregiver a chiedere accomodamenti organizzativi, e un obbligo correlato del datore di lavoro a valutarli con serietà.
È un passo decisivo verso una cultura del lavoro inclusivo, che rispetta la dignità delle persone e il valore sociale dell’assistenza familiare.
Il nostro impegno per i lavoratori fragili e i caregiver
Civicrazia sostiene con forza questa decisione. Tutti i lavoratori caregiver che affrontano situazioni analoghe possono chiedere il nostro supporto per ottenere soluzioni ragionevoli dal datore di lavoro, nel rispetto della normativa europea e nazionale.
La giustizia europea ha parlato chiaro: nessun caregiver deve essere discriminato per l’amore e la responsabilità verso un familiare fragile.
Silvano Antori






0 commenti