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CIVICRAZIA CONTRO LA DROGA

stop-drogaCivicrazia non può che essere contraria a qualsiasi tipo di droga e favorevole al recupero dei tossicodipendenti. E’ per tale ragione che questa settimana abbiamo deciso di dedicare lo spazio di riflessione della rubrica “Visto da Civicrazia” alle iniziative mirate ad aiutare i ragazzi ad uscire dal tunnel della dipendenza.

Lo abbiamo fatto, intervistando Massimo Canu, presidente dell’Agenzia Comunale romana per le Tossicodipendenze.
Trentott’anni, laureato  in Psicologia a Bologna e specializzato in Psicoterapia a Roma (dove vive e lavora), da anni impegnato contro la droga  (ad una serie di storie vere di tossicodipendenti, ambientate nella Roma  anni ’70,  ha dedicato ultimamente il romanzo “Legami dolenti”,  Roma, Koinè ed., 2010), Massimo Canu,  docente di Psicologia delle Tossicodipendenze alla “Sapienza”, da marzo 2009 è Presidente dell’ Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze di Roma, che  dal ’98 è  l’ unica istituzione comunale in  Italia a occuparsi di questo problema. Con lui, Civicrazia – che, coerentemente al suo programma di valorizzazione della personalità dell’individuo e del cittadino, non può che esser contraria a qualsiasi tipo di droga – ha voluto  focalizzare idee-guida  e  principali realizzazioni della politica per le tossicodipendenze dell’amministrazione comunale.

D. Qual è la filosofia di base dell’ Agenzia che Lei  presiede?

R. Una filosofia molto diversa da quella che ha ispirato l’Agenzia dal 1998 al 2009. Mentre prima dominava un atteggiamento d’ implicita, sostanziale tolleranza nei confronti delle droghe, per il generale buonismo dominante a sinistra, ora quest’ Agenzia vuol combattere fermamente quest’ approccio falsamente libertario: che, pur senza volerlo, incentiva, in pratica, la libertà di drogarsi, quindi di non essere più liberi. Per  questo vogliamo  proporre  stili di vita sani, che incentivino il benessere fisico e spirituale, a quanti rischiano di cadere nel tunnel droga , giovani e non (gli ultimi dati mostrano che  il primo incontro con la droga, canne e cocaina,  oggi  spesso avviene addirittura nella scuola elementare, a 9 anni; mentre ancor più inquietante, forse, è l’ approdo alla droga da parte di molti cinquantenni  in crisi). A maggior ragione in una città come Roma, oggi al secondo posto in Italia (dopo Milano) per consumo  e volume di sequestri  di stupefacenti  (nel penultimo week-end , sul solo litorale laziale sono state arrestate 14 persone per spaccio di droga), e addirittura al primo, comprendendo la Provincia, per numero di morti all’anno. Mentre il quadro normativo di riferimento resta sempre la legge Fini-Giovanardi: che, ricordo, non criminalizza i tossicodipendenti, ma anzitutto ridefinisce il concetto di “modica quantità” di stupefacenti ammessa per uso personale (non più in grammi, ma secondo quantità di princìpi attivi), e vuol colpire, invece, quello che è lo spaccio criminale degli stessi. 

 
D. Quali  iniziative avete realizzato finora?

R.  Fondamentale è che a dicembre scorso, per la prima volta, il Consiglio Comunale ha approvato le linee d’intervento  quadriennali per il problema tossicodipendenze, proposte dall’ Assessorato ai Servizi sociali( sentita la Commissione speciale per la Sanità): che l’Agenzia deve tradurre in pratica, con verifica da parte dell’ Assessorato alle Politiche educative,  scolastiche e della gioventù. In questi giorni, così, sottoscriviamo convenzioni per ben 14 progetti contro le tossicodipendenze, interessanti anzitutto tutte  le scuole pubbliche di Roma : nelle quali, in un anno, abbiamo interpellato a tappeto studenti, docenti ( dagli asili nido all’ Università) e associazioni dei genitori, sentendo anche forze dell’ordine e operatori del settore pubblico , del volontariato, ecc… Sabato 26 giugno, per la prima volta si celebrerà a Roma la giornata mondiale di lotta alla droga , con manifestazioni allo stabilimento balneare di Ostia “La Cayenne” ( gestito da ex tossicodipendenti), all’Isola Tiberina e al Parco Falcone e Borsellino.

D. E che progetti avete in campo, pur in questi tempi così difficili per i bilanci comunali?

R. Centrale resta sempre la prevenzione nelle scuole. Per la quale punteremo anzitutto su 5 camper itineranti, nei quali i giovani potran trovare materiale informativo e personale specialistico; e  sulla creazione d’un centro diurno, per ascoltare regolarmente i giovani sino  a 21 anni. Finanzieremo inoltre, in tutta Roma,  8  progetti per il reinserimento sociale degli ex-drogati, la cui realizzazione sarà affidata ad enti del terzo settore. La copertura finanziaria di tutto questo spetterà alla Regione. Mentre il Comune  ci darà i soldi per fare un identikit preciso dei tossicodipendenti romani: fra i quali, come in tutta Italia, oggi rientrano figure molto diverse, sia per il consumo  (che è polivalente, con minor uso di eroina e altre droghe pesanti, e maggior spazio a  cocaina, extasy e altre “droghe da discoteca” , sino a quelle addirittura “fai da te”, con sostanze  liberamente reperibili sul mercato) che per la frequenza dell’ uso (non mancano, cioè, i tossicodipendenti “del fine settimana” o comunque dei momenti di relax, spesso qualificati professionisti nella vita). Infine  potenzieremo la comunità terapeutica del comune “Le selve”, vicino città della Pieve: dove attualmente sono ospitati circa 40 tossicodipendenti, ognuno per un programma di recupero  di circa 18 mesi, con successivo  avviamento al lavoro con l’aiuto dei servizi comunali.

D. Dopo le forti polemiche degli anni ‘80-’90,  come valuta, uno specialista, la tesi (cara sia alla sinistra radicale e libertaria che a una certa destra ultraliberale statunitense) che, per colpire a morte il mercato criminale della droga, basterebbe legalizzarla, togliendo così  la terra sotto i piedi ai narcotrafficanti?

R. A parte che le organizzazioni criminali  non per questo smobiliterebbero, trovando certo altri terreni ugualmente redditizi, il punto centrale è che sarebbe davvero vergognoso se lo Stato – che, senza voler scivolare in discorsi, complessi quanto pericolosi, di “Stato etico” , ha però il dovere di tutelare la salute dei cittadini, come ricordato anzitutto dallo Statuto dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità – volesse lucrare sulla rovina dei consumatori di stupefacenti, incassando i soldi della loro vendita in farmacia. Del resto, i fallimentari esperimenti tentati in questo senso, negli anni ’80, in Olanda e alcuni Cantoni svizzeri ( Zurigo, ad esempio) sono lì a ricordarcelo.

( Fabrizio Federici )

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